Su le richieste di aiuto. Il Comune aumenta i fondi a disposizione

Oltre 800mila euro per il solo primo bimestre, il 14% in più. L’assessore Famulari: più che le persone è cresciuta l’entità del bisogno
Il Municipio visto dall'alto
Il Municipio visto dall'alto

Recrudescenza. È la parola usata dall’amministrazione comunale per la povertà a Trieste. «Siamo di fronte a una recrudescenza del fenomeno povertà e sempre più persone si rivolgono ai servizi sociali chiedendo un sostegno economico per far fronte alle necessità del quotidiano, pagare affitti, rette scolastiche»: così sta scritto nella recente determina comunale che impegna altri 430 mila euro di spesa per l’erogazione di contributi per il 2015. La cifra raddoppia quella di 430 mila euro impegnata a fine anno in via presuntiva per far fronte «alle innumerevoli richieste di intervento di sostegno economico». E parliamo solo dei primi due mesi dell’anno. Il costo di un bimestre. «L’impegno di spesa per gennaio e febbraio è di oltre 800 mila euro. Nel 2014 era di 700mila euro», spiega Laura Famulari, assessore alle Politiche sociali del Comune. Il fabbisogno della povertà è cresciuto di 100 mila euro, 50 mila al mese in più. Da 700mila a oltre 800mila euro impegnati: circa il 14% in più.

«La povertà - si legge nelle determina 305/2015 - è un problema in crescita costante nell’attuale società, tanto da essere stata suddivisa in due categorie: la vecchia e la nuova. Alla prima appartengono le persone che si trovano da molto tempo in una situazione di indigenza. Alla seconda coloro che, complice la crisi economica cui spesso fa seguito la perdita di lavoro, si trovano catapultati in modo repentino in una condizione di difficoltà estrema, alla quale non erano assolutamente preparati». Una situazione di allarme? «C’è sicuramente una situazione di richieste in aumento anche se per ora siamo in linea con gli ultimi sei mesi del 2014» assicura l’assessore. «In questi anni il trend di crescita della povertà c’è stato e continua a esserci, ma non altissimo. Piuttosto è cresciuto l’impegno economico necessario conseguente alla complessità delle situazione. Le persone non vengono a chiedere solo piccoli aiuti (tipo borse della spesa), ma canoni di locazione, morosità piuttosto alte accumulate. Ci sono casi di famiglie in cui entrambi hanno perso la fonte di reddito. Non è cresciuto tanto il numero di persone assistite, piuttosto le somme erogate sono complessivamente più alte».

Servizi sociali del Comune, quasi 12mila le persone assistite
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Il numero di soggetti interessati è salito di 100 unità in un anno. «Non è un numero elevato. È il bisogno che è cresciuto tantissimo» spiega l’assessore che non vuole parlare di “emergenza”. Sono quasi 8mila le persone che si rivolgono ai servizi sociali del Comune per avere un sostegno economico. Un totale di 11mila interventi annuali, in un contesto che nel 2014 ha visto il Municipio spendere 63 milioni per l’intera partita del sociale. «Ci sono diverse forme di povertà e precarietà. La povertà c’è. Rispetto ai dati nazionali non me la sentirei di dire un cittadino su 4. Bisogna capire quale è il parametro che si considera. A Trieste inoltre il livello dei servizi socio-sanitari è superiore rispetto a molte altre parti d’Italia». Nell’incontro del Pd, giorni fa all’hotel Savoia, Famulari aveva citato il milione speso nel 2013 per evitare lo sfratto alle famiglie. «A Trieste, secondo le statistiche, c’è una spesa pro capite sociale che è il doppio del resto d’Italia» ricorda l’assessore. Una spesa destinata a crescere. Come la povertà.

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