Stx, governo in trincea. Fincantieri non molla
TRIESTE. Il titolo Fincantieri ha chiuso una settimana pesantissima riguadagnando ieri pomeriggio il 4,71% a 97 centesimi. Quasi un messaggio di incoraggiamento da piazza Affari per continuare a sperare in quella mission francese che nei giorni scorsi sembrava essere diventata impossible.
E per evitare che il dream atlantico di Giuseppe Bono evapori nelle nebbie di Saint Nazaire. Sarà un fine settimana che servirà a riflettere e a sbollire le tensioni accumulatesi.
Fino a martedì - e forse anche oltre - sarà lecito auspicare che le cancellerie governative di Roma e soprattutto di Parigi focalizzino qualche via d’uscita a una situazione che è diventata a livello istituzionale francamente imbarazzante, come testimoniato dall’impressionante slavina di trasversalissimo neo-patriottismo, un po’ gallofobico, che piomba dal mondo politico italiano.
Fincantieri non lo può dire, se non altro perché sono in ballo i suoi azionisti, ma è quantomeno probabile, da un punto di vista squisitamente aziendale, che si sarebbe risparmiata questo galop di reazioni, stizze, rappresaglie. Perché da martedì, quando il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire atterrerà a Fiumicino e raggiungerà via XX settembre per incontrare i ministri Padoan e Calenda, si dovrà cercare di ri-tessere il filo smagliato da una decisione sulla quale i fattori di politica interna hanno esercitato un ruolo rilevante.
Come la stessa stampa d’Oltralpe evidenzia: il consenso di Emanuel Macron, rosicchiato da qualche svarione, ha ripreso ossigeno “cannibalizzando” la vicenda Stx France.
Se c’è il reciproco interesse a sbloccare l’impasse, sarà Le Maire a dover proporre agli interlocutori italiani qualcosa di alternativo al fifty-fifty che ha irritato Roma. Ma, dal momento che il governo francese ha optato per l’esercizio della prelazione sul 66,6% di Stx France modificando accordi firmati soltanto due mesi fa, sarà difficile che Le Maire smentisca subito quello che ha appena fatto.
Allora? Alcuni osservatori ipotizzano un gioco a lunga scadenza, che potrebbe concretizzarsi in un aumento di capitale lanciato da qui a un anno, tale da consentire a Fincantieri di acquisire la maggioranza di Stx France.
Forse non è casuale che in via ufficiosa dall’Eliseo si tiri a smorzare le tensioni, sottolineando la telefonata «molto cordiale» intercorsa tra Macron e il premier Gentiloni, rimarcando la transitorietà della prelazione esercitata, che quindi non va rubricata come una nazionalizzazione. Gli stessi leader dei sindacati francesi Cfdt e Fo hanno insistito per una soluzione industriale duratura per i bacini di Saint Nazaire, soluzione che certo non può essere garantita dallo Stato “cantierino”.
Ma l’accelerazione francese, che in due-tre giorni ha gettato per aria il frutto di un negoziato molto lungo, ha lasciato il segno anche su un ministro cauto come Pier Carlo Padoan. «A me sembra - ha dichiarato il titolare dell’Economia e Finanza a “Les Echos” - che questo cambiamento non possa essere spiegato che per una mancanza di fiducia verso i partner italiani. Se questo è il caso, è inaccettabile».
Premesso che incontrerà «volentieri» Le Maire, Padoan ha puntualizzato che «l’Italia non salva le sue banche, se non sono in grado di stare sul mercato, le liquida», «d’altro canto nel caso di Stx c’è una soluzione di mercato e si chiama Fincantieri».
Mentre Roma e Parigi si guardano in cagnesco pur con un’attenuazione dei toni, Bruxelles continua a essere pesce in barile. Nessuna dichiarazione ufficiale sul caso Stx/Fincantieri: i portavoce della Commissione Ue dicono di aver letto le notizie sulla stampa, per cui ogni commento sarebbe prematuro.
Secondo fonti “coperte” riportate da un’agenzia, la nazionalizzazione di Stx non ricadrebbe nelle regole comunitarie sugli aiuti di Stato, in quanto l’acquisto della quota di maggioranza avverrebbe sul mercato.
Adesso si accende la procedura tecnica della prelazione, in quanto il governo francese deve sborsare a Seul i 79,5 milioni di euro “sostituendosi” a Fincantieri. A quel punto la mano pubblica d’Oltralpe controllerà il 100% di Saint Nazaire.
Se la nuova trattativa con Roma non approderà ad alcun risultato, Fincantieri avrà perso la possibilità di accrescere il suo portafoglio ordini di quasi 12 miliardi, fino a sfiorare i 40 miliardi complessivi, come aveva preconizzato Bono in occasione dell’assemblea societaria tenutasi il 19 maggio scorso.
Saint Nazaire è un piatto attraente non solo per la crocieristica, ma anche per il militare: Stx si occupa della piattaforma per le unità della classe Floreal, segue la realizzazione delle navi Mistral pensate come portaelicotteri d’assalto della Marina militare.
Naval Group, nuova denominazione di Dcns, è la grande committente del “militare” francese: in programma è il rinnovo della classe di fregate La Fayette, che prevede la costruzione di 5 nuove unità finanziate con quasi 4 miliardi di euro. Da notare che Naval Group era stata coinvolta nell’accordo negoziato da Fincantieri con il governo pre-Macron, avendo ottenuto nell’assetto della futura società una quota pari al 12%.
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