Stupro a Sistiana, indagata la studentessa
SISTIANA Troppe contraddizioni nel racconto della studentessa che aveva denunciato di essere stata stuprata dall’autista di un bus in servizio alla Baia di Sistiana. Non convince il cronotachigrafo, che non ha registrato i percorsi da Sistiana a Trieste. Così come non convincono l’assenza di di immagini riprese dalle telecamere e i tanti “non ricordo” da parte di chi avrebbe dovuto vedere la giovane mentre saliva o scendeva dalla corriera all’interno della quale - secondo la denuncia - sarebbe stata abusata due volte. Così, da vittima, la giovane studentessa che aveva con sicurezza indicato ai carabinieri il volto di Mustafa Mahmutovic, 38 anni, bosniaco, autista del bus della ditta Aurigo di Nuova Gorizia, è diventata indagata. Il pm Pietro Montrone l’ha accusata formalmente di calunnia. Perché la giovane ha incolpato una persona pur sapendola innocente, assicurando agli inquirenti «Sì, è questo l’uomo che mi ha violentata».
Ieri mattina la giovane è comparsa davanti al pm accompagnata dal difensore, l’avvocato Alessandro Tirelli di Torre Annunziata, e ad attenderla in corridoio c’era la madre sconvolta. «Si è avvalsa - ha spiegato poi il difensore - della facoltà di non rispondere. Avremo bisogno di conoscere gli atti». E cioè di capire esattamente cosa è accaduto. «Perché - ha detto la madre con gli occhi lucidi - mia figlia è stata violentata. Dopo i fatti di quella maledetta notte (ndr, il 20 maggio) l’ho accompagnata al Burlo e la dottoressa che l’ha visitata non ha avuto dubbi. Mia figlia è tornata a casa con i pantaloni sporchi di sangue fino ai piedi...».
Eppure il suo racconto, secondo gli stessi carabinieri che in un primo momento le avevano creduto, ha mostrato contraddizioni e crepe. Per esempio il cronotachigrafo del pullman - indicato come il mezzo a bordo del quale la studentessa sarebbe stata abusata - ha mostrato che quella notte la corriera guidaya da Mustafa Mahmutovic si era mossa solo per trasportare gli studenti dalla Baia di Sistiana a piazza Oberdan. Nessun’altra sosta, nessuna variazione del tragitto. I militari poi hanno risentito i testimoni che avevano visto la ragazza sia a Sistiana sia in piazza Oberdan.
Ma nessuno ha ricordato le circostanze indicate. Così il pm Montrone ha scelto di chiedere al gip Luigi Dainotti la revoca del mandato d’arresto europeo emesso a carico dell’autista bosniaco, residente a Sesana, che dopo una settimana in carcere a Capodistria, è stato liberato. Anche se, al momento, resta comunque indagato. Il pm ha poi ha disposto altri accertamenti sulla versione fornita dalla ragazza subito dopo i fatti ai carabinieri e poi ripetuta allo stesso pm lo scorso 10 giugno. E alla fine, appunto, l’ha accusata di aver tirato in ballo un innocente. Ieri alle 11, ora in cui era stato fissato l’interrogatorio, la giovane, accompagnata dal difensore, è entrata sgomenta nell’ufficio del pm.
Dopo pochi minuti è uscita ed è scoppiata in un pianto a dirotto. La madre l’ha abbracciata mentre lei diceva che quello che aveva raccontato era tutto vero. Poi è rientrata nell’ufficio del pm Montrone e ha confermato la sua versione dei fatti avvalendosi a questo punto, formalmente, della facoltà di non rispondere concessa agli indagati.
L’unica ipotesi che si può formulare a questo punto è che la giovane abbia indicato ai carabinieri la persona sbagliata e che abbia fatto confusione nel racconto. Una confusione - evidentemente - assoluta. Perché la giovane ha parlato di un pullmino e non di un pullman. E poi ha riferito di essersi seduta a fianco del conducente, quando nei pullman da 52 posti il primo sedile si trova a circa un metro. Ma ha anche detto che il pullman sloveno si era fermato dalle parti delle Beatitudini, mentre il cronotachigrafo ha raccontato una storia diversa. Il sospetto dunque, a questo punto, è che l’uomo che ha realmente abusato della giovane studentessa sia ancora libero perché non ancora identificato.
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