Studio sui metalli: “assolta” A2A

Le tracce di manganese, vanadio e zinco riguardano attività metallurgiche e cantieristiche
Bonaventura Monfalcone-07.06.2017 Convegno-Ospedale di San Polo-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-07.06.2017 Convegno-Ospedale di San Polo-foto di Katia Bonaventura
Che il territorio del Monfalconese sia e resti sotto stretta osservazione, a fronte delle elevate emissioni diffuse (traffico e riscaldamento) e puntuali (industrie), è stato chiarito. Una città “fortunata” grazie alla brezza disperde gli inquinanti. Il risultato è che la qualità dell’aria è complessivamente buona, sia per i macroinquinanti, sia per i microinquinanti, tra cui anche i metalli.


Al netto di questa premessa, emersa ieri dalla giornata di studio promossa da Arpa Fvg, va comunque rilevato che per alcuni metalli componenti le polveri sottili Pm10, sono state evidenziate presenze “interessanti”. Si tratta in particolare del Manganese e del Vanadio i cui livelli di apporto “intercettati” sono risultati più ricchi rispetto al resto delle aree urbane della Regione. Componenti riconducibili ad attività metallurgica dell’area industriale. Un input lanciato da Arpa Fvg e confermato sotto altri profili da altre analisi specifiche, come lo studio del Cnr. Un aspetto per il quale sono stati considerati altri possibili apporti emissivi, non legati alla centrale termoelettrica di A2A, ma ad attività come ad esempio quella del cantiere navale.


Il responsabile del settore qualità dell’aria di Arpa, Fulvio Stel ha osservato che nell’area del Monfalconese la “matrice” aria sia particolarmente indagata e studiata, nel rispetto della normativa (D. lgs 155/2010), anche ai fini della valutazione degli impatti della centrale. Una situazione che risulta comunque sotto controllo, ma ha spinto Arpa a intensificare le indagini sui metalli, normati e non normati, per individuare le criticità locali. I segnali della presenza di inquinanti associabili a lavorazioni di metalli, ma non attualmente soggetti a limitazioni di legge, ha spiegato Stel, inducono a una verifica attenta al fine di confermare l’effettiva entità e individuare le sorgenti. Elemento altrettanto indicativo è la ciclicità settimanale delle concentrazioni di alcuni metalli, come Zinco e Manganese presenti nelle polveri sottili, che si riducono sensibilmente nei fine settimana. Ciò, ha osservato Stel, rafforza l’interpretazione secondo la quale «le emissioni di questi inquinanti siano associabili ad attività produttive che si riducono o interrompono nel weekend». Il resoconto proviene dalla campagna, pur ridotta, condotta da Arpa nel 2016, dal 28 ottobre al 14 dicembre.


Nel 2014 Arpa, in collaborazione con Ispra, ha iniziato uno studio approfondito sui metalli e metalloidi (normati e non normati) componenti le Pm10 nell’aria monfalconese. Il ragionamento è pressoché lo stesso, stando alle conclusioni dello studio presentato ieri da Andrea Mistaro e Alessandro Felluga, studio che ha caratterizzato il particolato atmosferico Pm10 sia rispetto alle altre realtà urbane regionali (Pordenone, Trieste, Udine), sia per le componenti chimiche. Tutti i valori indagati sono inferiori ai limiti di legge o ai valori delle linee guida dell’Oms. Le Ipa (Idrocarburi policiclici aromatici) nelle due stazioni di Monfalcone non presentano criticità, con valori decisamente inferiori ad altre località urbane regionali. E per i due esperti Manganese e Vanadio sono risultati la “spia” intercettata nelle Pm10 in città. Mistaro è stato più esplicito sostenendo che i componenti delle Pm10 «non sono riconducibili al profilo delle emissioni della centrale, piuttosto ad attività metallurgiche dell’area industriale». Monfalcone, con Ronchi e Staranzano sono ritenuti i “protagonisti” in ordine a ciò che il responsabile del Dipartimento Arpa Fvg di Gorizia, Glauco Spanghero, ha definito il «determinante industriale». E per questo «paga o beneficia, secondo il punto di vista, occupazionale o di pressione ambientale» di questa situazione.


Nella mattinata sono stati passati in rassegna anche gli aspetti autorizzatori legati alle attività produttive. Si parte dall’Aua (Autorizzazione unica ambientale) alle quali sono sottoposte 28 aziende a Monfalcone (6 a Ronchi e 2 a Staranzano), rispetto a 102 complessive isontine. L’Aia è invece “appannaggio” di 5 attività industriali in città. Assieme alla centrale, rientra la Sbe, nonché la Nord Composites Italia (produce prodotti chimici per uso industriale) e la Soffass (cartotecnica) nell’area del Lisert. In corsa per l’Aia è Fincantieri, in fase istruttoria. Significa che a Monfalcone i camini autorizzati, ossia i punti di emissione, sono complessivamente almeno 122, aggiungendo i 73 del cantiere navale.


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