Studio di pittura e spazio sociale Parte la sfida del giovane Nicola
Qualcosa si muove tra chi fa i suoi primi passi nel panorama artistico triestino. È tutto pronto infatti per l’inaugurazione de “La Poltrona Viola”, un laboratorio di pittura che il Nicola Facchini...

Foto BRUNI 05.07.17 Via Ginnastica-Giovani & Arte
Qualcosa si muove tra chi fa i suoi primi passi nel panorama artistico triestino. È tutto pronto infatti per l’inaugurazione de “La Poltrona Viola”, un laboratorio di pittura che il Nicola Facchini concepisce anche come uno spazio aperto per addetti ai lavori di nuova generazione. Dopo circa un mese di lavori, l’appuntamento è previsto per oggi alle ore 18.30 in via Ginnastica 40/b. Nicola, nato nel 1990 a Trieste, è tornato da due mesi nella città d’origine, dopo la laurea in pittura all’Accademia delle Belle arti di Venezia. Ha già maturato una discreta esperienza nel campo: nel corso degli anni di studio ha partecipato a diverse esposizioni, anche di carattere internazionale.
I suoi quadri sono arrivati in Cina e nei Balcani, oltre che in numerosi paesi europei. È inoltre co-fondatore della Fondazione Malutta, attiva a livello internazionale nel campo dell’arte collettiva e recentemente protagonista di esposizioni a Roma e Tirana. La scelta del nome è presto spiegata: «La prima cosa che è entrata qui dentro è una poltrona viola, da qui l’idea di dedicarle simbolicamente il laboratorio». Oltre a questa curiosità, sono molte le sorprese in arrivo e le idee in cantiere: «Questo spazio è prima di tutto il mio laboratorio, dove esercito la professione di pittore – commenta Facchini –. Allo stesso tempo è un luogo aperto alla sperimentazione e alla socializzazione, componenti fondamentali per il percorso di un pittore e di un artista». Secondo il giovane, però, non bisogna confondere la pittura con l’arte, perché non sempre coincidono: «Se uno suona la chitarra è un musicista, non viene definito per forza artista – sottolinea –. Così vorrei fosse anche con la pittura, perché quello del pittore è un mestiere al pari degli altri e merita pari dignità, richiede anni di studio e non sempre è legato a componenti artistiche». Una scelta coraggiosa, la sua, in un periodo in cui per i giovani è sempre più difficile trovare lavoro e di conseguenza avere la possibilità di mantenersi. «Fino a questo punto sono sempre riuscito a vivere con i soldi guadagnati lavorando come pittore, arrotondando con qualche lavoretto occasionale – ricorda –. Ora non so cosa mi aspetta, ma so che non sono solo». Questo è poco ma sicuro: nei giorni precedenti all’inaugurazione, infatti, Nicola è stato raggiunto e aiutato da molti amici e colleghi, la maggior parte arrivati da Venezia. «Ringrazio i molti compagni di strada che mi hanno sostenuto – è il suo commento –. Ma soprattutto il mio pensiero va ai tempi e ai luoghi in cui mi sono formato e ho imparato questo mestiere: uno su tutti l’Atelier F di Venezia che ho frequentato affiancato dal professor Carlo Di Raco».
Quando non sarà impegnato a lavorare, Nicola aprirà le porte de “La Poltrona Viola” alla città: «Questo spazio nasce anche dalla volontà di aggregare, di conoscersi, di incontrarsi – dice –. Non è una sala espositiva in cui chi entra si trova davanti a qualcosa di finito, chi deciderà di entrare, al contrario, si troverà costretto a mettersi in gioco e a confrontarsi”.
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