Stroncato da un infarto mentre è in trattoria a Gorizia
GORIZIA Era reduce da un paio d’ore passate nei campi dove aveva sostituito alcune piantine ormai rinsecchite. Poi, assieme al fratello Tarcisio, coordinatore del Corpo forestale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, era andato alla trattoria “Al ponte del Calvario” per bere un bicchiere in compagnia e per parlare del più e del meno. Una giornata tranquilla, non particolarmente faticosa. Ma improvvisamente Mario Drosghig si è sentito male. Erano le 19 di sabato.
In quel momento, nel locale fra gli avventori, c’erano due medici che hanno immediatamente soccorso l’uomo che, a inizio luglio, avrebbe compiuto 61 anni. Le sue condizioni sono apparse subito critiche. Nel frattempo, sono stati chiamati i soccorsi attraverso il centralino del Sores e, in pochi minuti, sono giunti a destinazione ambulanza e automedica. Il personale medico e infermieristico si è prodigato a lungo, seguendo scrupolosamente il protocollo per la rianimazione ma, nonostante il grande impegno e gli sforzi, il cuore di Drosghig non è riuscito più ripartire. Sul posto anche i carabinieri.
Il malore è avvenuto sotto gli occhi del fratello Tarcisio che, oggi, ripercorre con fatica quei momenti concitati, frenetici, difficili, che rimarranno scolpiti nella sua memoria chissà per quanto. «Mario era una persona buona e generosa. Non era sposato e tutta la sua vita l’ha spesa con noi, dedicandola agli amatissimi nipoti. Il malore è stato un fulmine a ciel sereno perché, a quanto di nostra conoscenza, Mario non soffriva di malattie cardiache e non aveva apparenti problemi di salute».
Chi lo conosceva bene lo descrive come un gran lavoratore. «Era dipendente dell’Illiria - fa eco Paolo Verdoliva, presidente provinciale dell’Ana e parente di Mario-. Caricava le macchinette per il caffè disseminate negli uffici pubblici cittadini, nelle scuole, nelle istituzioni statali. Conosceva tantissime persone e svolgeva la sua mansione con grande serietà».
La sorte, quella cattiva, ha voluto che la morte sopraggiungesse a poche settimane dalla meritata pensione. «Dal primo agosto - sottolinea ancora il fratello Tarcisio - sarebbe diventato “dipendente” dell’Inps».
La sua improvvisa scomparsa ha lasciato nel dolore anche la cognata Adriana, i nipoti Andrej, Martina Teresa, Lucia. Mario Drosghig era socio alpino e si era messo più volte a disposizione dell’associazione e, quindi, della collettività goriziana. «Eravamo davvero molto legati - racconta ancora Paolo Verdoliva -. Non riusciamo ancora a capacitarci di quanto accaduto perché Mario non aveva mai accusato problemi di natura cardiaca. Un grazie va anche ai due medici che, prima dell’arrivo di ambulanza e automedica, hanno fatto di tutto per cercare di salvargli la vita. Ma non c’è stato verso. L’infarto è risultato fatale».
Nei prossimi giorni, verrà fissata la data dei funerali del dipendente dell’Illiria che, fra pochi giorni, avrebbe festeggiato il compleanno. —
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