Striscione pro Regeni rimosso dalla facciata del Municipio di Gorizia

Picco (Forum): «Non deve essere tolto. Il sindaco si faccia garante. È una battaglia di giustizia» Ziberna: «Non può stare lì. Giusto lasciarlo soltanto per lo svolgimento della manifestazione» 
Lo striscione rimosso a Gorizia
Lo striscione rimosso a Gorizia

GORIZIA L’hanno installato, sulla facciata del Municipio, durante la manifestazione “Stop Armi Egitto”. Poi, lo striscione giallo “Verità per Giulio Regeni” è stato rimosso dall’amministrazione comunale salvo ricomparire la sera dopo e... riscomparire.

E scoppia la polemica di Natale. Dura. Andrea Picco (consigliere comunale del Forum per Gorizia), dopo il blitz dell’altra sera con il riposizionamento dello striscione, ha postato sul suo profilo Facebook un video in cui, a nome di tutti i movimenti che hanno dato vita al sit-in nei giorni scorsi, chiede ufficialmente al sindaco Ziberna «di prendersi cura di quel simbolo e di farsi garante del fatto che non venga più tolto». Sottolinea che «non è una questione politica, bensì di giustizia. Giulio Regeni è stato torturato da un Governo, a questo punto, nemico. Questo striscione è una richiesta di verità e di giustizia». In un altro e precedente video, lo stesso consigliere comunale d’opposizione avevano definito «incredibile che nella città che è stata designata Capitale europea della cultura c’è ancora qualcuno che sta con i torturatori e non con i torturati».

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Promotori dell’evento erano stati Libera, Cvcs, Legambiente, Forum, Pax Christi, Visionari, Circolo Arci Gong, Sos Rosa e Rete Dasi Fvg. Tra gli altri avevano parlato il pastore della chiesa metodista di Gorizia Marco Emanuele Casci e don Alberto De Nadai, l’assessora gradiscana Francesca Colombi, Roberto Criscitiello per Rc comunista, i “dem” Laura Fasiolo e Franco Perazza.

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Parents of Giulio Regeni, Claudio (L) and Paola, show the picture of a mural made upon a wall in Berlin, by Egyptians writers, with the image of their son and a stylized cat during a press conference at the Italian Senate, 04 April 2017. Regeni's parents appealed to Pope Francis to bring up the case of the Italian student tortured and murdered in Cairo when he visits Egypt on April 28-29. ANSA/MASSIMO PERCOSSI


Il sindaco Rodolfo Ziberna che dice? Lo striscione è caduto, rimosso da qualche mano ignota o fatto togliere dall’amministrazione comunale? La terza ipotesi è quella giusta. «È stato rimosso perché è ammissibile che gli striscioni rimangano appesi sulla facciata del Municipio per la durata dell’evento o della manifestazione che dir si voglia: poi devono essere tolti. E non è una questione politica perché qualsiasi tipo di manifesto deve essere rimosso. Non possiamo coprire e tappezzare la facciata con striscioni di vario tipo».

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Il sindaco, puntualizzando che «l’affissione è stata anche abusiva», sottolinea che nel recente passato ha ricevuto richieste pure da altri movimenti, associazioni, partiti. «Mi hanno chiesto di poter affiggere lo striscione “Verità per le foibe”, manifesti per la liberazione, poi avvenuta, dei diciotto pescatori in Libia, altri dedicati a Norma Cossetto. Ma anche in questi casi la mia, la nostra risposta è stata “Non si può”. Possono organizzare manifestazioni, ci mancherebbe, ma non si possono lasciare affissi manifesti o quant’altro sulla facciata del Municipio. Le richieste sono continue, da diversi parti politiche, ma la risposta è, e sarà, sempre la stessa». Ziberna vuole sgombrare il campo da ogni possibile equivoco. «Ripeto: non è una questione politica. Perché quella di Giulio Regeni e della sua famiglia è stata una disgrazia atroce. Una disgrazia dello stesso livello delle migliaia di persone infoibate». —

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