Stretta sui rinnovi delle patenti agli anziani, nuovi test e aumentano gli over 80 respinti

Nel 2019 ha superato quota 100 il numero di richiedenti giudicati non idonei dalla Commissione medica di via Farneto. Il presidente Bergamini: «Sempre più spesso arrivano persone con deficit cognitivi». Ma c’è chi non ci sta: tra le opzioni il Tar o il ricorso straordinario al Capo dello Stato
TRIESTE. “Stretta” sui rinnovi delle patenti agli ultraottantenni. Sono sempre più rigorose ed efficaci, a Trieste, le metodologie di verifica della Commissione medica locale dell’Azienda sanitaria per concedere l’ idoneità. Una questione anzitutto di sicurezza, per chi guida e per gli altri utenti della strada, anche in considerazione del fatto che un anziano che ha sviluppato un deficit cognitivo o un decadimento delle capacità percettive nella maggior parte dei casi non se ne rende conto.
 
Nel 2012 il caso del “no” alla Hack, il medico: «Rifarei ancora tutto»
 
Nel 2019 si è superata la quota dei 100 giudizi di non idoneità, in aumento rispetto all’anno precedente. Nel numero complessivo, che non riguarda i soli ultraottantenni, vanno considerati anche i casi in cui il mancato rinnovo è correlato a problemi psichiatrici o di abusi alcolici. L’aumento, nel secondo semestre, è legato anche all’intensificazione dell’attività della Commissione, ricostituita in seguito a un pensionamento. 
 
«L’età media, in particolare a Trieste, si sta alzando – premette il dottor Pier Riccardo Bergamini, presidente della Commissione medica locale di via del Farneto – e tra coloro che si rivolgono a noi per ottenere il certificato di idoneità aumenta il numero degli anziani che mostrano un progressivo deterioramento delle capacità cognitive».
 
«Umanamente – continua il medico –, non è mai facile quando ci ritroviamo a dover negare l’idoneità e infatti non mandiamo a casa una semplice comunicazione, ma chiamiamo qui la persona per dare una spiegazione approfondita, e con il massimo tatto, delle motivazioni che hanno portato a non concedere il certificato». 
 
«Per noi si tratta di una valutazione dolorosa – puntualizza Bergamini –, perché sappiamo che l’anziano non la prenderà bene. Perdere la patente può incidere sull’autostima oltre che sulla propria autonomia. Inoltre, per tanti genitori avere il nonno o la nonna in grado di guidare garantisce un supporto prezioso quando c’è la necessità di andare a prendere i bambini a scuola o di accompagnarli. Sono decisioni che prendiamo dopo valutazioni attente e approfondite. Dobbiamo pensare a tutelare la sicurezza delle persone e prevenire il rischio incidenti». 
 
«Spesso – aggiunge il medico – sono gli stessi figli a “invitarci” in modo più o meno esplicito a non ridare la patente al proprio padre o alla propria madre, pur consapevoli del fatto che la prenderanno male. È un gesto d’affetto non facile da accettare, ma uno dei problemi principali è che gli anziani non hanno percezione dei propri limiti. È molto difficile rendersi conto di avere un deficit cognitivo o comunque di non avere più le capacità adeguate per guidare». 
 
Ecco perché, con il progressivo invecchiamento della popolazione, sarà inevitabile che un numero maggiore di pratiche si concluda con la mancata concessione del certificato. E nel caso di via libera, a volte la Commissione preferisce optare per un rinnovo semestrale, in modo da poter rivalutare poi, già a breve termine, se sussistano ancora i requisiti. Altre soluzioni “intermedie” per evitare di togliere la patente a un anziano sono concedere la guida solo in orario diurno (apponendo sulla patente il codice 61) o il divieto di guida in autostrada (codice 67).
 
Ma qual è la procedura? Quando mancano pochi mesi alla scadenza della patente si prende appuntamento con la Commissione medica locale e nel frattempo si raccolgono i certificati del proprio specialista: il cardiologo, il diabetologo, l’oculista o il neurologo. «Con i cardiologi – spiega Bergamini – abbiamo accordi in base ai quali loro stessi indicano per quanto tempo ancora ritengano non controindicata la guida. Questo vale anche per i portatori di pacemaker».
 
Poi si arriva davanti alla commissione (composta da tre medici) che oltre a visionare la documentazione degli specialisti valuta la persona. Spesso, come detto, capita che emergano dubbi sulla sussistenza di deficit cognitivo o sui primi segnali di demenza senile. A quel punto l’iter si allunga, con qualche disagio in più per l’utente che deve attendere ancora alcune settimane (e intanto la patente va in scadenza): la commissione richiede infatti di sottoporsi a una visita neuropsicologica in ambito distrettuale.
 
«Quando l’esito è pronto viene trasmesso in commissione e valutato, senza che l’anziano debba per forza tornare da noi di persona – evidenzia Bergamini –. I casi in cui l’utente viene mandato al Gervasutta di Udine per essere sottoposto al test psicologico “Vienna” sono ancora contenuti, ma visto il trend demografico è ragionevole pensare che aumenteranno».
 
Contro il giudizio di non idoneità alla guida della Commissione medica è possibile presentare ricorso. Tre le modalità. Sottoporsi, a proprie spese, a una nuova visita medica da effettuarsi negli organi sanitari periferici delle Ferrovie dello Stato. Le altre due opzioni sono il ricorso al Tar e il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. A Trieste prevale la richiesta di nuova visita alle Ferrovie dello Stato.
 
«Cento domande rigettate a fronte di cinquemila visite effettuate dalla Commissione medica corrispondono al 5%. Ad oggi direi che c’è in media un respingimento per ogni seduta della Commissione – osserva Bergamini –. Quindi possiamo rassicurare gli automobilisti anziani sul fatto che venire da noi, e sottoporsi al test neuropsicologico, non prelude necessariamente a perdere la patente. Anzi. Quello che vorremmo far capire è che se ci sono più casi di mancato rinnovo è anche per l’evoluzione delle tecniche diagnostiche che consentono oggi di scoprire problematiche di natura neuropsicologica che fino a poco tempo fa non sarebbero emerse. Ora i controlli sono più efficaci, a tutto vantaggio della sicurezza. Abbiamo strumenti che consentono una valutazione funzionale delle capacità di guida e di aver poi un quadro più completo per decidere su basi solide e oggettive».
 
«Gli strumenti, insomma, sono migliorati e visto che le persone invecchiano sempre di più – ribadisce il medico – è e sarà inevitabile che ci siano anche più casi di mancata idoneità».

Riproduzione riservata © Il Piccolo