Stretta ai commenti social dei dipendenti AsuiTs: «Sanzioni a chi denigra»
TRIESTE. Niente post polemici né like a commenti poco lusinghieri nei confronti dell’Azienda. Questo il richiamo del commissario straordinario do AsuiTs Antonio Poggiana, contenuto nella circolare inviata a tutti i lavoratori in riferimento all’articolo 33 del Codice di comportamento. Una sorta di manuale per l’uso dei social. La norma prevede che i dipendenti «fatti salvi i diritti di opinione e di critica costruttiva e di diffusione delle informazioni a tutela dei diritti sindacali, si astengono da dichiarazioni pubbliche, da commenti o giudizi pubblici, compresi i like, le condivisioni e i tag riferentisi a commenti denigratori sull’azienda, che possano andare a detrimento del prestigio e dell’immagine della stessa».
Un richiamo all’ordine dopo alcuni messaggi particolarmente critici anche sul caso barellieri, con dipendenti che hanno postato fotografie di altri colleghi addetti alle pulizie che effettuavano i trasferimenti. Oppure per prese di posizione sul web in merito alle criticità del personale: «Stiamo andando a rotoli… che passione…». Qualcuno ha addirittura etichettato come «crumiri» gli Oss che hanno effettuato dei trasferimenti.
Secondo Claudio Illicher del Cimo «una circolare del genere significa che è la paura che qualcuno possa alzarsi in piedi e dire che Cattinara è morto. Tutto nasce da quando i vertici hanno deciso di spostare i loro uffici a San Giovanni, nel verde dei roseti. Chi dirige Cattinara non vede l’ospedale stesso e riceve informazioni che sono filtrate. Quindi i vertici non sono a conoscenza del degrado delle cose minute come i cartelli scaduti, gli avvisi errati, la segnaletica mancante, il pavimento scrostato e non riparato, la sedia rotta. Hanno paura che sui social qualcuno racconti queste cose e fanno quindi questi proclami che sono squallidi e sconcertanti: chi non sta con noi, sta contro di noi. In queste condizioni, con un cantiere aperto che durerà almeno altri 10 anni, Cattinara non ha futuro e dietro c’è anche il vuoto politico di progettualità, senza idee di come andare avanti».
«Noi come sindacalisti facciamo delle dichiarazioni ai giornali e i colleghi non potranno neanche mettere mi piace? Mi sembra un limite piuttosto importante», commenta Fabio Pototschnig della Fials Confsal. «Mi sembra lecito chiedersi - aggiunge - se ci possono essere dei colleghi sanzionati perché magari mettono mi piace a un articolo. Posso capire chi esce dal recinto dell’educazione, non possiamo accettare che il confronto degeneri e non sia civile, i dipendenti devono però avere il diritto di esprimere il loro parere. La circolare mi sembra un segnale dall’alto per zittire chi non la pensa allo stesso modo».
A cercare di fare chiarezza è il commissario Poggiana: «La circolare non fa altro che riportare al Codice di comportamento dei dipendenti. Quando si parla della propria azienda si possono e si devono fare anche le critiche, devono però essere costruttive, senza raccontare falsità o denigrando. È un’iniziativa che volevo prendere da alcune settimane e serve a ricordare a ogni dipendente che le parole scritte sui social vanno in giro in tutto il mondo e non sono quelle dette al bar. Posso comunque dire che non ci saranno sanzioni in caso di “mi piace” a commenti sindacali, ma solo verso chi diffama e scrive falsità, così come avviene in tutte le aziende pubbliche e private». —
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