Strategia anti-smog, via libera al piano transfrontaliero
Gorizia resta un’isola felice per quanto riguarda l’inquinamento da polveri sottili, le famigerate Pm10. «L’anno passato si sono registrati solamente 17 sforamenti ed è dal 2010 che non vengono introdotte le targhe alterne», rammenta Francesco Del Sordi, assessore comunale all’Ambiente.
Ciò non significa che siamo nelle condizioni di poter abbassare la guardia. Tutt’altro. Dal prossimo inverno, infatti, si volterà pagina. Si concretizzeranno le novità volute dalla Regione per le quali le limitazioni al traffico non scatteranno più dopo gli sforamenti ripetuti delle polveri sottili, ma preventivamente, affidandosi alla previsioni meteorologiche. «Sì, abbiamo deciso di percorrere questa strada. L’alternativa sarebbe stata quella di imitare l’esempio di Udine che chiude il centro per certo periodo. Noi adotteremo il sistema preventivo». Peraltro, potrebbe esserci anche un’altra novità, ovvero: provvedimenti su larga scala, coinvolgendo i Comuni vicini, compresi quelli transfrontalieri. Insomma, se limitazioni al traffico ci saranno, la speranza è di riuscire a coinvolgere anche Nova Gorica e Sempeter-Vrtojba perché l’aria, giustamente, non ha confini.
«Gli amministratori dei Comuni vicini si sono resi disponibili. Vero è anche che in Italia e in Slovenia ci sono sistemi molto diversi fra loro nella lotta all’inqwuinamento. Cercheremo di renderli omogenei al massimo - promette Del Sordi -. L’assunto di partenza è molto semplice: è inutile prendere delle misure restrittive sul traffico a Gorizia senza che, in contemporanea, non vengano presi provvedimenti di ugual natura a Nova Gorica piuttosto che a Sempeter. Proprio per questo, stiamo lavorando per mettere in piedi un Piano d’azione intercomunale, anzi transfrontaliero. I meccanismi, insomma, dovranno combaciare».
Il meccanismo in vigore oggi lo conosciamo: quando si verificano 3 sforamenti nella concentrazione delle polveri sottili nell’aria scattano le limitazioni previste dal Piano d’azione comunale (Pac). Le principali fonti di Pm10 sono: sorgenti legate all’attività dell’uomo (processi di combustione tra cui quelli che avvengono nei motori a scoppio, negli impianti di riscaldamento, in molte attività industriali, negli inceneritori e nelle centrali termoelettriche; usura di pneumatici, freni ed asfalto) e sorgenti naturali: l’erosione del suolo, gli incendi boschivi, le eruzioni vulcaniche, la dispersione di pollini, il sale marino. Inoltre, una parte rilevante del Pm10 presente in atmosfera deriva dalla trasformazione in particelle liquide o solide di alcuni gas (composti dell’azoto e dello zolfo) emessi da attività umane.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo