Strage di Udine, dopo 15 anni ancora nessun colpevole

Tre poliziotti morirono all’alba del 23 dicembre 1998. La Corte d’Appello di Trieste ha fatto cadere l’accusa di strage a carico di due albanesi

Dopo quasi quindici anni e tre processi celebrati, ancora non si conoscono i responsabili della morte dei tre agenti delle Volanti Giuseppe Guido Zanier, Paolo Cragnolino e Adriano Ruttar che all'alba del 23 dicembre 1998 morirono nell'esplosione di una bomba piazzata davanti a un negozio di telefonia in viale Ungheria, a Udine. Oggi la seconda sentenza di appello (la prima è stata annullata dalla Corte di Cassazione), emessa dalla Corte di Assise d'Appello di Trieste, ha fatto cadere l'accusa di strage a carico di due albanesi - Ilir Mihasi e Saimir Sadria - e quella di associazione per delinquere - a carico degli stessi due albanesi e degli altri quattro imputati, Tatiana Andreicik, Nicola Fascicolo, Vincenzo Cifarelli e Vatai Sander - da mafiosa è stata derubricata in semplice. Risultato: reato prescritto, tutti liberi. Ma, soprattutto, nessun colpevole per i tre poliziotti morti. L'accusa riconosciuta ai sei, infatti, è riferita ad altre attività illecite, vale a dire sfruttamento della prostituzione e all'immigrazione di clandestini sul territorio nazionale. Forse solo Sadria, capo della banda, potrebbe tornare in cella essendo stato condannato a oltre nove anni, ma occorrerà conteggiare quanto ha già scontato in carcere ed eventuali benefici di legge.

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