Strada del Vallone, cipressi-monumento feriti dai camion
GORIZIA. Il traffico pesante lungo la strada del Vallone sta mettendo a rischio la salute dei cipressi quasi centenari, monumenti viventi della Prima guerra mondiale. Ai bordi della carreggiata verso Gorizia, e in particolare nei tratti compresi tra le frazioni di Bonetti a Berne e da Palchisce a Devataki, la chioma è deformata: si è creato un angolo retto che rende grottesca la silhouette della pianta.
Ma il problema più vistoso è che molti alberi presentano vaste chiazze di rami secchi. Le macchie si trovano ad un’altezza compatibile con lo sfregamento prolungato dei cassoni dei tir. Un’altra causa è il violento spostamento d’aria che colpisce le piante a ogni passaggio dei camion. È bastato verificare sul posto, in tarda mattinata di un giorno feriale, per rendersi conto che la minaccia più seria per i cipressi è rappresentata dagli autotreni. Nell’arco di un’ora, nei tratti indicati, è stato rilevato il transito di una trentina di mezzi pesanti.
Sia chiaro che l’accesso dei tir alla strada del Vallone, censita come strada statale 55 dell’Isonzo, è assolutamente consentito. L’Anas ha in gestione 18 dei 20 chilometri del Vallone, strada che si snoda da San Giovanni di Duino e giunge a Gorizia. I primi due chilometri, fino a Sablici, sono di competenza di Fvg Strade. Il rimanente tratto all’Anas in virtù del fatto che tutte le strade che conducono al confine di Stato sono rimaste a carico dell’Anas, mentre le altre ex statali sono passate alla gestione di Fvg Strade. L’ufficio stampa centrale di Anas, sentiti i tecnici del compartimento di Trieste, ha riferito che la società «è consapevole dell’importanza rivestita dai cipressi. La loro cura però non dipende da Anas che invece, quando ravvisa problemi, avverte la Guardia forestale per gli interventi del caso».
Da San Giovanni di Duino a Gorizia ci sono almeno 250 piante. La metà non presenta particolari problemi all’occhio di un profano, ma l’altra metà sì. Oltre agli effetti del traffico pesante, molti cipressi si stanno pericolosamente piegando. Una decina di anni fa nel tratto vicino a Merna, a causa di un incendio colposo (fu processato un cittadino del paese sloveno) una ventina di cipressi andarono inceneriti. Anas effettivamente intervenne e mise a dimora nuove piante che ora stanno crescendo.
Al di là dell’impoverimento ambientale determinato dall’abbattimento di qualsiasi albero, la questione dei cipressi del Vallone assorbe un significato molto importante dal punto di vista storico. I cipressi del Vallone sono uno degli elementi previsti nel progetto della cosiddetta Via Sacra, elaborato negli anni Venti, e attuato solo in parte. Si dice anche che a voler la piantumazione dei cipressi fu Amedeo di Savoia, Duca d’Aosta, dal 1933 a al 1937 comandante del quarto Stormo (“papà” delle Frecce Tricolori) di stanza all’aeroporto di Gorizia. Egli, residente nel castello di Miramare, ogni giorno percorreva la strada del Vallone i cui lati erano disseminati da decine e decine di cimiteri di guerra. I cipressi ricordano le centinaia di migliaia di caduti nelle undici battaglie dell’Isonzo.
©RIPRODUZIONE RISERVA
Riproduzione riservata © Il Piccolo