Storici dell’arte all’attacco: Hollywood rovina Ragusa

L’Associazione croata dei professionisti: set cinematografici montati senza curarsi di eventuali danni al centro storico. Nel mirino il Comune: «Pensa solo al profitto»
Di Giovanni Vale

ZAGABRIA. «Robin Hood ha rovinato Dubrovnik». È questa l'accusa che l'Associazione degli storici dell'arte croati (Dpuh) ha mosso contro la troupe hollywoodiana che ha girato nella città dalmata alcune scene di "Robin Hood: le origini", il film di Otto Bathurst con Jamie Foxx nel ruolo di Little John. La Dpuh ha denunciato in una nota «un'attitudine sconsiderata nei confronti del centro storico di Ragusa», tirando in ballo anche le autorità comunali colpevoli di aver permesso «una vergognosa degradazione di uno dei monumenti croati più importanti».

Nel dettaglio, gli storici dell’arte lamentano la costruzione temporanea di alcune strutture di legno addossate alle celebri mura della "Perla dell'Adriatico" e issate senza le necessarie misure di sicurezza; l'uso di cavalli senza protezioni agli zoccoli, tali dunque da costituire una potenziale fonte di danno alle stradine lastricate; o ancora il via vai di camion e gru lungo lo Stradun, l'arteria principale della città vecchia. Ciò che ha fatto più discutere, tuttavia, è stato l'incendio - provocato appositamente per esigenze di copione - di un complesso in legno montato a ridosso dei bastioni medievali. «Il culmine è stata la scena finale della combustione di uno pseudo-villaggio a Posat, presentato come un effetto speciale ma che era in realtà un vero e proprio incendio controllato», si legge nel comunicato del Dpuh riportato dalla televisione croata Hrt.

Mentre il video della scena, disponibile su youtube e ripreso dalle tv locali, diventava virale online, l'accusa degli storici si rivolgeva dunque anche le autorità comunali, che «non hanno il diritto di usare come vogliono la città e in modo particolare non come una risorsa commerciale». Il riferimento è qui all'ex sindaco Andro Vlahusi„, responsabile dell'accordo con la produzione cinematografica in questione e autore della recente trasformazione della città in un set molto popolare a livello mondiale, tanto da avere ospitato le riprese del Trono di Spade e, più recentemente, di un nuovo episodio di Star Wars.

Se il comune si è difeso, assicurando - come riportato dal portale regionale Birn - che «nessun danno è stato provocato dalle attività cinematografiche» autorizzate peraltro dello stesso ministero della Cultura sulla base di «severe direttive», la Dpuh ha sollevato un problema più ampio e che regolarmente torna alla ribalta in Dalmazia, ormai completamente votata al turismo in tutte le sue forme, ovvero il destino delle città d'arte. «Dubrovnik è un monumento culturale nazionale e mondiale e il dovere della presente generazione è di tramandarlo a quelle future nelle migliori condizioni possibili», sostengono gli storici, secondo cui quella di Robin Hood è stata «un'umiliazione senza precedenti».

La questione di fondo riguarda dunque l'utilizzo che debba essere fatto della bellezza dell’antica Ragusa, se questa debba essere vista come magnifica scenografia da monetizzare o se vada considerata ancora come una città a tutti gli effetti, con una vita autonoma e propri bisogni. Due visioni completamente opposte si affrontano. Da un lato c'è chi ricorda il motto della Ragusa indipendente, per secoli acerrima rivale di Venezia: «La libertà non si vende per tutto l'oro del mondo»; dall'altro c'è la filosofia dell'ex sindaco, secondo cui Dubrovnik è «un prodotto» da vendere ai turisti. E a Robin Hood, ha già assicurato Vlahusic, seguirà a breve un nuovo set, stavolta con James Bond.

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