Storia di Diana, meticcio bastonato dai ladri
Il segno sotto l’occhio destro è il più evidente, si nota solo perché non è coperto dal pelo. Ma le ferite sono diverse: per non farla abbaiare, la banda dei motocoltivatori intrufolatasi nel terreno della padrona l’ha colpita sicuramente anche al collo e alla testa. I ladri devono aver usato un bastone e non è escluso che per farla stare buona l’abbiano pure presa a calci. Diana è una simpatica meticcia dal manto scuro con il muso color caffelatte. È un incrocio tra un pastore tedesco e un pastore belga; sembra tutto tranne aggressiva, eppure, nella notte tra mercoledì e giovedì, deve aver provato a difendere il suo territorio. Come risultato ha ricevuto un sacco di botte. All’indomani del furto era stordita e spaventata.
A distanza di qualche giorno sta meglio, ma se l’è vista brutta. È lei la vera vittima delle incursioni dei ladri nei terreni agricoli dell’Isontino. Dopo Gorizia, ora la banda si è spostata di qualche chilometro. Fatta razzia nelle “casette” della Mainizza, ha ora preso di mira quelle nella zona tra Farra, Moraro e Gradisca. La posizione defilata rispetto ai centri abitati rende i colpi semplici e poco rischiosi. L’unico elemento di disturbo è rappresentato dalla presenza dei cani, ma, come dimostra il caso di Diana, i ladri non sembrano preoccuparsene troppo e senza farsi molti scrupoli usano le maniere forti. «Non so cosa le abbiano fatto, ma di certo le hanno fatto male – racconta la proprietaria Paola Missoni –. Ora la porto a casa tutte le sere, non mi fido a lasciarla qui da sola». Di fronte alla violenza, il furto passa in secondo piano. Eppure, dopo aver picchiato il cane, la banda ha sottratto un vecchio motocoltivatore, un decespugliatore quasi nuovo e la cassetta degli attrezzi. «Hanno portato via anche una vecchia lampada e delle penne che neppure scrivevano», sottolinea Paola, aggiungendo: «Da questo punto di vista a me è ancora andata bene, ai miei vicini hanno portato via molta più roba». Nella proprietà attigua il cane si è “salvato” semplicemente perché si trovava in un recinto, ma ad Ennio Matiz hanno rubato tutto quello che sono riusciti a caricare sul furgone. La lista è lunga: un vecchio trattore, il compressore, l’atomizzatore, il generatore di corrente, il tagliasiepe, il trapano, la flex, tutti gli attrezzi: dalle chiavi inglesi alle cesoie, passando dal rastrello, dalla zappa e dal piccone. Tutto. Hanno preso anche gli stivali infangati e le giacche a vento. «Il danno supera sicuramente i 5mila euro – calcola -. Il problema è che non sappiamo cosa fare perché altrove hanno aspettato che tutto venisse ricomperato per poi ripassare a distanza di due o tre anni». L’ipotesi più probabile è che la refurtiva abbia preso la via dell’Est Europa. All’indomani del colpo i carabinieri hanno allertato i colleghi sloveni trasmettendo i numeri di matricola delle attrezzature rubate.
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