Stop all’attività chirurgica e alle visite ambulatoriali in Fvg

Alt a interventi e controlli programmati, via libera a quelli urgenti e indifferibili. L’obiettivo è recuperare personale e posti letto. Limiti all’accesso agli ospedali
Due medici in sala operatoria
Due medici in sala operatoria

TRIESTE Stop all’attività chirurgica programmata e di libera professione, in modo da poter aumentare il personale a disposizione per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Sospese anche l’attività ambulatoriale e le visite di controllo. Inoltre, scattano ulteriori limitazioni per l’accesso agli ospedali di persone (operatori compresi) che manifestano sintomi «simil-influenzali».

Sono le disposizioni che Riccardo Riccardi, vicepresidente della Regione e titolare in giunta delle deleghe alla Salute e alla Protezione civile, ha impartito ieri a tutte le direzioni strategiche del servizio sanitario del Friuli Venezia Giulia e ai direttori delle strutture private accreditate. Sospesa da oggi tutta l’attività chirurgica «in elezione» (ovvero quella programmabile e non urgente). Nessuno stop, invece, per gli interventi oncologici, per quelli considerati non rinviabili a giudizio motivato del clinico e per l’attività chirurgica urgente, salvavita e traumatologica. Viene sospesa tutta l’attività ambulatoriale, a eccezione delle visite in “priorità B”, ovvero eseguibili entro 10 giorni, e di quelle individuate come indispensabili dallo specialista di riferimento.



Ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e specialisti è raccomandato di prescrivere esami di laboratorio solo se strettamente necessario, preferibilmente nelle strutture territoriali e in ogni caso organizzati su prenotazioni con modalità d’accesso frazionata e un utilizzo delle sale d’attesa che consenta di mantenere la distanza di sicurezza tra le persone (almeno un metro). Le indicazioni sulla sospensione dell’attività ambulatoriale valgono anche per tutte le strutture sanitarie private convenzionate.

Lo scopo di tutte le limitazioni all’attività programmata, come detto, è avere più personale per fronteggiare l’emergenza, ma anche poter contare su più posti letto, in particolare letti tecnologici per pazienti «complessi» che necessitano di monitoraggio dei parametri vitali, supporto respiratorio forzato e invasivo, oltre che per non sovraccaricare le strutture sanitarie e il personale impegnato nella cura dei pazienti gravi e nelle emergenze. Anche nei Dipartimenti di prevenzione la rimodulazione delle attività programmate permetterà di impegnare il personale nell’emergenza sanitaria e nell’attività di indagine epidemiologica. È sospesa, inoltre, l’attività di gruppo nelle aree materno infantili dei distretti.

Prevista l’interruzione dell’accesso alle strutture ospedaliere per tutti i visitatori, pazienti ambulatoriali e operatori sanitari che presentano sintomi definiti «simil-influenzali»: rinite, tosse, rialzo febbrile, difficoltà respiratoria. Per quanto riguarda il personale in servizio c’è l’obbligo di attenersi alle misure di prevenzione: anzitutto l’uso delle mascherine chirurgiche quando si assistono pazienti con sintomatologia respiratoria. —


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