Stop all’arrivo della nave ospedale a Trieste: «Non serve più». Rebus sul piano B

Dopo settimane di annunci e smentite Fedriga ufficializza il dietrofront. Si cerca l’intesa con le rsa
La nave Gnv Allegra
La nave Gnv Allegra

TRIESTE La nave ospedale non serve più. La decisione era nell’aria da una settimana, ma ieri Azienda sanitaria e Regione hanno ufficialmente deciso di cancellare l’ipotesi che per oltre un mese ha tenuto banco a Trieste, dove non arriverà dunque il traghetto Gnv Allegra, che avrebbe dovuto ospitare 166 ospiti delle case di riposo positivi al coronavirus.

Trieste, ora è ufficiale: la nave ospedale non arriverà più


La conferma arriva dal presidente della Regione Massimiliano Fedriga, secondo cui «vista la diminuzione del numero di contagi, l’Asugi ha deciso di studiare soluzione diverse». Il concetto verrà ribadito stamattina in Consiglio regionale, dove si terrà l’audizione del direttore dell’Azienda sanitaria Antonio Poggiana, che dovrà anche spiegare quali saranno le alternative, dopo che anche ieri non è stato chiuso l’accordo con la rsa Mademar che dovrebbe accogliere almeno una parte degli ammalati.

In alto mare la nave Covid a Trieste. E a Cattinara intanto si riorganizzano i reparti


La nave lazzaretto era stata motivata con l’urgenza di sistemare altrove trecento anziani, ma per Fedriga «una struttura così grande oggi non si giustifica più, visto il crollo dei contagi che stiamo registrando». Il presidente chiarisce che il traghetto era stato scelto davanti alle previsioni inizialmente pessimistiche sulla situazione delle residenze triestine, dopo che sui primi mille ospiti sottoposti a tampone erano emersi quattrocento positivi al Covid-19: «L’Asugi ha fatto le stime sui risultati della prima parte della campagna di tamponi, da cui era emersa una situazione difficile. Si ipotizzavano numeri ben più alti alla fine degli esami su tutti gli ospiti ma, ora che i numeri sono verificati, sappiamo che c’è minore necessità di assistenza».

Anziani risultati positivi al Covid-19 in 16 ospizi di Trieste e 9 nell’Isontino
Lasorte Trieste 09/04/20 - Via del Molino a Vento, Casa di Riposo La Primula, Evacuazione Anziani Covid 19, Emergenza Coronavirus


Da giorni l’Azienda sanitaria conduce una trattativa con le residenze private, che si sono dette disponibili un mese fa. Residenze che avrebbero dovuto affiancarsi alla nave e che ora sono l’unica ipotesi in campo. Fedriga non si sbilancia: «Aspetto di leggere le alternative contenute nella relazione dell’Asugi, che riceverò domani (oggi, ndr). A quel punto manderò una nuova comunicazione alla Protezione civile per ottenere la copertura dei costi, come fatto in precedenza per il traghetto. Ovviamente la spesa sarà minore, perché minori sono le necessità di assistenza». Non sarà dunque necessario pagare i 700 mila euro mensili del noleggio del traghetto, ma resta da capire quale accordo sarà trovato con le rsa, mentre è ormai tramontata anche l’opzione di accogliere gli anziani al dodicesimo e tredicesimo piano di Cattinara.



Gli ammalati attendono una soluzione da più di un mese. Nel frattempo sono rimasti nelle strutture più grandi che consentivano l’isolamento o, come richiesto dai Nas, spostati alla Salus e al Sanatorio triestino. Secondo Fedriga «i percorsi hanno funzionato, anche se su queste valutazioni è giusto si esprima l’Asugi». Il riferimento è ancora una volta alla scelta di affidarsi alle valutazioni dei tecnici: «Non abbiamo detto di prendere la nave e non diciamo ora di non prenderla. La politica non si permette di decidere i percorsi Covid o ci sarebbe un’ingerenza illegittima e inaccettabile».

Sulla cancellazione della nave lazzaretto parla anche il vicepresidente Riccardo Riccardi: «Fortunatamente quel fenomeno che era stato prudenzialmente ipotizzato in certi termini si sta presentando in dimensioni e portata significativamente inferiore. All'interno delle residenze il tasso di contagio è in diminuzione e le guarigioni aumentano». Dopo aver tamponato il 70% degli ospiti, continua Riccardi, «la stima iniziale, che rappresentava un fabbisogno di almeno nuovi 300 posti letto per gli ospiti, appare inferiore».

Ma l’opposizione attacca il balletto cominciato cinque settimane fa, senza che ci fosse mai certezza sulla soluzione definitiva. Per la deputata dem Debora Serracchiani, «la città che più di tutte è stata colpita dal virus e che più di tutte è stata trascurata dalla Regione, subisce l'onta del cinismo di Fedriga. Serviva intervenire subito, senza nascondere quello che succedeva nelle case di riposo. Rimane la vergogna delle persone abbandonate in strutture da dove andavano portate via subito. La giunta Fedriga deve assumersi l'intera responsabilità di questa tragica vicenda: una prova di inefficienza e arroganza sulla pelle di centinaia di anziani». Rincara la dose il consigliere Pd Francesco Russo, secondo cui «per un mese e mezzo Fedriga e Riccardi hanno giurato che non c’erano alternative. Se si fossero evitate inutili testardaggini, oggi i nostri anziani sarebbero già in sicurezza, mentre la soluzione ancora non c’è». Per il M5s, Andrea Ussai sottolinea infine che «ha prevalso il buonsenso e non si sono sprecati soldi pubblici per affittate spazi inadeguati per l'assistenza di pazienti per lo più non autosufficienti». —




 

Riproduzione riservata © Il Piccolo