Stop al social housing di Rozzol: impresa fallita, cantiere chiuso
TRIESTE. Rozzol avrebbe bisogno di un po’ di fortuna, per sottrarsi al destino di periferia abbandonata a se stessa. Sembrava che un discreto traino verso una nuova prospettiva urbana potesse venire dal condominio “Housing sociale Fvg”, un investimento di 5,8 milioni finanziato dalla coneglianese Finint (Enrico Marchi, Save per intenderci) con il supporto della Regione. Obiettivo: costruire 56 alloggi a due tornanti di distanza da piazzale De Gasperi, quasi di fianco alla stazione ferroviaria di Rozzol, anch’essa bisognosa di cure.
Finalmente in febbraio il cantiere era partito, in luglio era possibile fotografare una costruzione in crescita, ma in agosto la mazzata: la gloriosa azienda genovese Carena, coinvolta nella realizzazione dell’edificio, si è arresa dopo quasi 150 anni di attività. La Superba le deve lo stadio Ferraris, l’ospedale infantile Gaslini, il museo del mare, il liceo D’Oria ... Ma purtroppo la storia non basta a scrivere i bilanci: Carena, che a Trieste si era mossa con General Giulia 2 nel buco dell’ex Maddalena, aveva presentato domanda di concordato preventivo ma non è riuscita a trovare una soluzione che evitasse il fallimento. Perdite mensili superiori a 2 milioni, situazione gestionale ingovernabile, la famiglia ha gettato la spugna: adesso 50 posti sono a rischio.
Il forfait della Carena - racconta Andrea Dapretto, progettista della “social housing” - si è riverberato sul cantiere di Rozzol, che in agosto è stato chiuso. L’architetto spera che entro l’anno i lavori possano riprendere, perchè un buon 30% era già stato fatto.
L’operazione, che ricalca il modello dell’ex Sadoch in viale dell’Ippodromo (sempre a cura di Finint), prevede che l’80% degli appartamenti venga destinato a canone convenzionato con una durata contrattuale tra 8 e 15 anni. Sono dedicati a una fascia reddituale che si colloca tra l’Ater e il mercato “libero”. Finint ha in animo di farne 750 in tutta la Regione, quasi un terzo dei quali a Trieste, dove maggiore è la richiesta di alloggi a condizioni economicamente abbordabili.
Peccato per lo stop di Rozzol, perchè il settore edile- costruzioni triestino, spinto dalle commesse comunali e dalle ristrutturazioni dei privati, sta riprendendo un po’ di ossigeno. In questo momento sono all’opera 1700 addetti in circa 400 aziende. Nel mese di agosto la competente Cassa ha censito 204 lavoratori in più rispetto all’anno precedente. Durante il 2019 l’istituto triestino ha calcolato, in termini di ore lavorate e di occupati, un miglioramento del 10-11% in raffronto al 2018.
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