«Stop al rigassificatore nel golfo del Quarnero»

Ancora una bocciatura da parte della Regione: «Troppi rischi per l’ambiente. Lo Stato croato prima risani l’area dell’ex impianto petrolchimico Dina»

FIUME. Ancora una bocciatura della Regione quarnerino–montana nei riguardi del rigassificatore offshore che dovrebbe venire dislocato nelle acque di fronte alla località vegliota di Castelmuschio (Omišalj), nel golfo del Quarnero.

Dopo il “no” opposto dal comune di Castelmuschio, è stato il governatore della regione fiumana, Zlatko Komadina, ad esporre in conferenza stampa la propria contrarietà al progetto che ha già l’appoggio delle autorità statali croate. «La contea – ha detto Komadina - sostiene la municipalità di Castelmuschio, specie la sua richiesta che, se rigassificatore galleggiante deve essere, lo Stato croato provveda a risanare l’area del vicino ex impianto petrolchimico della Dina, dove sono depositate decine di tonnellate di sostanze tossiche. Non possiamo avventurarci in nuovi rischi ambientali senza avere risolto quelli vecchi. In riva al Quarnero siamo consci del fabbisogno energetico della Croazia, ma contemporaneamente Zagabria deve essere sensibile nei riguardi di Castelmuschio e della nostra contea».

A prendere la parola è stata anche Koraljka Vahtar Jurkovic, assessore regionale all’Ambiente e membro della commissione incaricata di studiare lo studio d’impatto ambientale del terminal metanifero. «La decisione finale riguardante lo studio d’impatto ambientale spetterà all’assemblea regionale, che si esprimerà in merito nella sua sessione del 23 novembre.

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Il documento viene sottoposto a pubblico dibattito e personalmente posso dire che non ha la mia approvazione. Non rispetta quattro presupposti e cioè valori adeguati di impatto ambientale, ecologia, economia, energia ed estetica». Per Vahtar Jurkovic, il rigassificatore avrà un impatto negativo sull’ambiente marino, dalla clorazione agli scavi del fondale, per tacere delle emissioni e dai rumori prodotti 24 ore su 24. Inoltre sarà la più grande costruzione visibile nel golfo fiumano, pari ad un grattacielo di 17 piani. Considerato poi che l’ impianto offshore è sempre accompagnato da una nave da carico, generalmente lunga sui 300 metri, allora si possono capire le preoccupazioni degli ambientalisti. «La struttura galleggiante – ha aggiunto Vahtar Jurkovic – influenzerà maggiormente l’ambiente rispetto ad un rigassificatore incassato sulla terraferma, il cui impatto risulterebbe di gran lunga più sopportabile». Ha infine invitato gli interessati a prendere parte al comizio pubblico che si terrà oggi a Castelmuschio, dedicato al progetto dell’ impianto Lng.

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