Stop al nuovo mercato coperto Arriva l’affondo di Paoletti
Non bastava corso Italia con il suo senso unico. Ora il sindaco Rodolfo Ziberna si ritrova a fronteggiare un’altra “patata bollente”: il futuro del mercato coperto. Le risposte fornite nell’ultimo Consiglio comunale al capogruppo forzista Fabio Gentile, seduta non di certo facile per il primo cittadino, in merito al parcheggio interrato del mercato all’ingrosso non sono piaciute ad Antonio Paoletti, presidente della Camera di commercio Venezia Giulia. Il motivo? Ziberna ha cassato il progetto del mercato coperto di Gorizia sul modello Eataly di Trieste, insediatasi nell’ex magazzino vini lungo le rive. Un recupero dell’immobile che avrebbe dovuto coinvolgere anche Gambero Rosso.
«Spiace apprendere la dichiarazione negativa del sindaco Rodolfo Ziberna sul progetto condiviso con il Comune per la riqualificazione del mercato coperto di Gorizia, inserito con una posta finanziaria di 3 milioni di euro nell’ormai approvata delibera programmatica del Fondo Gorizia», dice Paoletti. E aggiunge: «È singolare sapere di tale decisione, anche ricordando le entusiastiche dichiarazioni rilasciate dal sindaco Ziberna il 6 ottobre scorso, giorno della presentazione del progetto, nelle quali colpisce in particolare il passaggio su quanto sia “proprio in momenti come questi che dobbiamo tirare fuori tutto il coraggio che abbiamo, tirarci su le maniche e lavorare per costruire un nuovo futuro. Una nuova speranza. Per farlo dobbiamo mettere da parte, definitivamente, i “no se pol” che, purtroppo, hanno caratterizzato e penalizzato fortemente, a volte, la nostra città, ma anche le continue polemiche sul nulla “spacciato” per grandi idee”».
Insomma, la Camera di commercio mette il dito nella piaga citando le parole del sindaco e, dopo corso Italia, torna a mettersi di traverso a Ziberna. La questione senso unico, ancora da sperimentare, aveva visto proprio Gianluca Madriz rivendicare la corsia di parcheggi in più accanto alla corsia preferenziali per le biciclette. Fila di auto che, al di là del senso unico, è ben presto finita nel mirino dei detrattori più blandi della rivoluzione del traffico.
Ma Ziberna anche questa volta non va allo scontro. E davanti alla dura presa di posizione di Paoletti, che lo accusa di aver cambiato idea, replica in modo pacato: «La Camera di commercio aveva chiesto di deliberare entro il 31 dicembre scorso, data quindi passata, il progetto di recupero e la trasformazione del mercato coperto. C’era dunque una scadenza da portare in Consiglio comunale, non l’abbiamo fatto... non l’abbiamo potuto fare». Il primo cittadino dà una spiegazione sulla mancata delibera di parere venuta meno: «Quando cambi destinazione d’uso a un’area e a un’immobile, in questo caso commerciale e non più mercatale, serve per legge avere un numero di parcheggi adeguato. Cosa che al momento non c’è. Quando ci sarà – sottolinea Ziberna, ricollegandosi alla risposta data a Gentile – andremo a fare una ricerca di mercato che, mi preme sottolineare, cambia ogni cinque mesi e non ogni cinque anni. Assieme alla Camera di commercio troveremo una data per spiegare assieme tutto questo e raccordarci sul futuro».
Mano tesa, dunque, da parte di Ziberna. Anche se Paoletti non l’ha presa proprio così bene. «Siamo convinti che con la realizzazione del nuovo mercato ci sarebbe stato un cambio di passo per Gorizia e l’Isontino – insiste il presidente – Tutelando l’esistente, ma innovando e valorizzandolo all’interno di una proposta unica in quest’area, il mercato coperto sarebbe diventato un grande attrattore e promotore attraverso proprio le eccellenze del territorio». E aggiunge: «La proposta condivisa con il Comune e avanzata dalla Camera di commercio Venezia Giulia, coinvolgendo un player come il Gambero Rosso, avrebbe elevato l’attrazione turistica e la visibilità mediatica nazionale e internazionale di Gorizia e dell’Isontino. Avrebbe significato tutto ciò e con Nova Gorica e Gorizia Capitale della Cultura europea 2025, avrebbe generato un volano economico le cui ricadute sarebbero andate a beneficio di tutti, imprese e cittadini». —
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