Stop al fotofinish ai voli con Londra. Tamponi a Ronchi, c’era un infetto

Disposizione dovuta alla variante del virus nel Regno Unito. Scoperto un positivo tra i 137 passeggeri
Bonaventura Monfalcone--foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone--foto di Katia Bonaventura

RONCHI L’ultimo volo da e per Londra, almeno sino al 6 gennaio. Anche all’aeroporto di Ronchi dei Legionari, nel  pomeriggio di domenica 20 dicembre, si sono vissuti attimi di grande apprensione, ansia e incertezza, dopo la decisione della sospensione di tutti i collegamenti tra l’Italia e la Gran Bretagna. Una scelta dettata dalla nuova variante del virus che sta circolando principalmente a Londra e nel Sudest dell’Inghilterra.



Alle 16.29, pochi minuti prima della normale tabella di marcia, è atterrato al Trieste Airport il volo di Ryanair FR 168 proveniente dallo scalo londinese di Stansted. A bordo 137 passeggeri, in larga parte corregionali al rientro dal Regno Unito dove lavorano o studiano. Ma, oltre ai consueti controlli di dogana e dei documenti, i passeggeri hanno dovuto attendere l’arrivo, attorno alle 17.30, di una équipe dell’Asugi che li ha sottoposti ai tamponi, sia rapido, sia molecolare. Lavoro in extremis che ha permesso di scoprire un infetto - non si sa ancora a quale variante del Covid - sui 134 test effettuati (“risparmiati” tre bimbi).

Uno dei primi a uscire, alle 18.25, è stato Tami, triestino di Prosecco trapiantato a Londra, assieme alla moglie e al figlio piccolo: «Hanno effettuato i test prima alle famiglie e a chi aveva dei bambini – racconta – e, visto l’esito negativo del primo, ci hanno permesso di lasciare l’aeroporto. Ora attenderemo l’esito del secondo tampone. L’atmosfera è calma all’interno, di grande attesa, ma anche di una buona dose di preoccupazione specie nei confronti di chi, all’esterno, ci stava aspettando».

A seguire tutte le operazioni il personale dell’aeroporto, il quale ha messo a disposizione dei sanitari gli spazi necessari.

Di norma i viaggiatori in arrivo dal Regno Unito, fino a ieri, dovevano dimostrare il risultato negativo di un tampone fatto nelle 48 ore (prima il termine era di 72 ore che poi sono state ridotte con l'avanzare dei contagi) precedenti o provvedere a farne uno nelle strutture preposte dalla Regione entro 48 ore dal loro arrivo. Ma il precipitare della situazione ha cambiato le carte in tavola. Se il volo per Stansted è decollato con una mezz’ora di ritardo, all’esterno dello scalo ronchese almeno una cinquantina di persone ha atteso pazientemente l’uscita dei propri cari. Qualcuno con estrema tranquillità, come una famiglia di Duino Aurisina in attesa della figlia che studia in Inghilterra, qualcuno imprecando e mostrando il dito medio, altri, ancora, come l’udinese Carlo Bressan, in attesa della moglie dopo un mese trascorso con la figlia nella capitale inglese, sottolineando come qualche informazione in più a chi attendeva poteva essere data.

La notizia della chiusura dei voli da e per il Regno Unito – comunicata dal ministero della Salute all’amministratore delegato di Triesteairport Marco Consalvo – è stata data quando il volo per Ronchi dei Legionari era già decollato. A Stansted, però, era già circolata la voce che quello sarebbe stato l’ultimo volo. Quindi prendere o lasciare. Imbarcarsi o rinunciare. Decisione non facile. «Al momento – aveva detto ieri sera l’assessore regionale alla Sanità, Riccardo Riccardi – non ci sono evidenze di soggetti con sintomi influenzali tra le persone atterrate ma, al fine di garantire la massima sicurezza, sono state sottoposte a test, grazie a un’operazione rapida e coordinata». Poi l’amara scoperta. E, in serata, l’annuncio via Twitter: per i passeggeri ora scatterà la quarantena–


 

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