Stop ai lavori a Cattinara. L’allarme dei sindacati: «Rischiamo il baratro»

TRIESTE Una riqualificazione che non ha mai convinto i sindacati che ora temono ripercussioni pesanti, per i cittadini e per i lavoratori, e rivendicano l’aver consigliato più volte di costruire un nuovo ospedale in città al posto dello “sfortunato” Cattinara. Tiziana Salviato, referente di Anaao Assomed, evidenzia che «già hanno ridotto il numero di posti letto con la riforma, se si bloccano i lavori andiamo sempre più nel baratro. A questo si aggiunge la mancanza di trasparenza, mentre subiamo ulteriori problematiche e disagi». «L’eterno ospedale di Cattinara - secondo Rossana Giacaz, della Cgil Funzione pubblica - forse fa parte del problema Italia in cui non si riesce a cominciare o finire un’opera. Avevamo questa preoccupazione perché il cantiere sapevamo che avrebbe creato disagi e difficoltà con gli spostamenti, i lavoratori e gli utenti si sono adeguati e ora non si sa quando finiranno queste criticità. Forse era meglio costruire un ospedale nuovo che non richiedesse una fase così lunga di sacrifici. Questo è un Paese che non è in grado di finire le opere e dobbiamo prenderne atto, e pensare che qualcuno ci aveva definito delle “Cassandre” quando a livello sindacale manifestavamo pessimismo».
Per Fabio Pototschnig, della Fials, c’è invece una maledizione «l’errore è stato di decidere la ristrutturazione di Cattinara quando sarebbe stato molto più facile partire da zero. Oggi abbiamo una situazione di stallo che non sappiamo quanto durerà, che sta però causando notevoli disagi ai cittadini che devono fare percorsi assurdi per raggiungere i reparti. In queste condizioni si bloccano i lavori per motivi burocratici che probabilmente porteranno a delle modifiche progettuali. Per quanto mi riguarda la ristrutturazione durerà ancora a lungo e ci troveremo con i reparti sempre più compressi (oggi i piani dall’11 al 15 della torre medica sono chiusi, ndr) perché era evidente che ristrutturare un ospedale con attività in corso e pazienti ricoverati rende tutto più difficile».
Un nuovo nosocomio era l’ipotesi migliore anche per Mario Lapi della Cisl, perché «Cattinara è ormai un ospedale sorpassato per la concezione di lavorare in altezza. Oggi le nuove strutture si sviluppano in piano perché è molto più funzionale ed evita di dover portare i pazienti su e giù con gli ascensori. Il progetto di restauro non fa altro che mantenere reparti divisi che faranno fatica a comunicare.
La scelta di non partire da zero è stata un errore clamoroso visto che si poteva puntare sul Porto Vecchio o sulla zona industriale per una struttura moderna e realmente funzionale. La cosa assurda è che tutte le sigle sindacali avevano proposto questa soluzione fin da subito, ma come sempre la politica non ci ha ascoltato». Infine l’appello del segretario Fsi-Usae, Matteo Modica, «forse è meglio ripartire da zero altrimenti si continuano a buttare via soldi. Lo sviluppo in altezza è antico, in più la posizione di Cattinara è poco funzionale, in particolare in inverno con il freddo che porta ghiaccio e neve. Ricordo che una volta i codici rossi cardiaci andavano all’ospedale Maggiore e ci voleva molto meno tempo. Penso poi al tanto spazio che c’era nell’ex Opp e che si sarebbe potuto sfruttare per un nuovo ospedale moderno e in centro città». —
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