«Stop ai cannoni spaventapasseri»

DEL LAGO. Sparano cannonate per mettere in fuga gli uccelli che in questo periodo nei vigneti e nei frutteti beccano gli acini dei grappoli d’uva e la frutta già bella matura come mele, pesche e pere, susine e fichi. La segnalazione dell’utilizzo di questi “spaventapasseri tecnologici” giunge da alcuni residenti che abitano a Doberdò.
Da paio di mesi a questa parte, le cannonate, secondo quanto riferito, sono diventate insopportabili poiché gli scoppi anti-volatili avrebbero avuto un’escalation incontrollata. La loro frequenza si è infatti intensificata: le cannonate si susseguono ormai a intervalli di 5-10 minuti, specie nelle ore di maggior affluenza degli uccelli, cioè all’alba e al tramonto.
Su questo problema fa sentire la sua voce anche il consigliere comunale di centrodestra Marino Ferfolja, il quale, dice di aver già avvisato i carabinieri della locale stazione, ma intende fare presente tale fatti anche al Comune, nella speranza che presto vengano presi seri provvedimenti.
«Una volta – dice Ferfolja - sulla collina di Doberdò si sentivano a periodi spari di fucili, mentre i cannoncini dei carri armati, durante le esercitazioni, sparavano delle salve. Adesso che i militari se ne sono andati è tutto questa è finito arrivano i cannoni anti-uccelli. Ritengo che il problema sia più grave di quello che sembra poiché siamo in presenza dell’area carsica del Parco della Riserva regionale dei laghi di Doberdò e Pietrarossa e pertanto vanno rispettate le regole. Vorrei che qualcuno che ha l’autorità potesse finalmente intervenire per punire i trasgressori e mettere fine a questo abuso».
Il consigliere Ferfolja sostiene che gli spari, oltre a disturbare le persone, mettono in fuga oltre agli uccelli anche altri animali che hanno trovato il loro habitat naturale sulle alture carsiche, come per esempio i caprioli, che scappano imapauriti a causa delle cannonate. E a essere spaventati sono anche gli animali domestici, soprattutto cani e gatti.
«Non si può – continua Ferfolja – per proteggere pochi grappoli d’uva, continuare a sparare colpi nella zona protetta e rovinare la tranquillità della zona. Sono convinto che questa storia andrà avanti fino a quando non ci sarà la vendemmia o la raccolta di altri frutti che sono nei campi agricoli della zona». Il Comune di Doberdò, interpellato sul problema, ha risposto che a nessuno del paese è stato dato alcun permesso del genere ne scritto e neppure verbale a utilizzare questi spaventapasseri sonori. Pertanto chi lo oltre a rompere gli equilibri naturali infrange pure la legge».
Quello utilizzato sul Carso è un sistema abbastanza diffusa nelle campagne. Il cannone è alimentato dal gas contenuto in una normale bombola da cucina da dieci chili. Con un pieno si possono fare fino a 17mila detonazioni, numero peraltro variabile seconda della lroo frequenza, regolabile da 1 a 30 minuti.
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