"Sto pensando di dimettermi"
Il direttore Rotelli: «Sono nauseato, non finirò il mandato»
«Vuole sapere se sto realmente pensando di dimettermi? Posso dirle che ci penso da mesi. Ogni giorno potrebbe essere quello buono».
Franco Rotelli spiazza tutti e, confermando gli insistenti rumors dell’ultim’ora, annuncia la volontà di concludere anticipatamente il suo incarico alla guida dell’Azienda sanitaria. Glissa però sulle ragioni che starebbero per portarlo a firmare la lettera di dimissioni, limitandosi ad escludere ogni collegamento con l’iniziativa avviata dalla magistratuta contabile sul ”caso telefonini”.
«Dell’inchiesta della Corte dei conti non sapevo nulla - assicura Rotelli -. Se sto riflettendo da tempo sulla possibilità di concludere il mio mandato prima della naturale scadenza è per una serie di altri motivi. Compreso il fatto che sono in quest’azienda da una vita e comincio anche ad avere un’età».
E i rapporti notoriamente non idilliaci con la giunta Tondo e, in particolare, l’assessore Kosic quanto pesano su questa riflessione? «Se mi dimetto non è sicuramente per questo - taglia corto Rotelli -. L’ho già detto: è da tempo che immagino di interrompere il mio incarico. Quando e perché, però, lo comunicherò solo al momento opportuno. Attualmente non c’è alcuna decisione presa. E visto che non mi piace commentare illazioni e parlare sul nulla, preferisco non aggiungere altro. Anche perché, onestamente, sono stufo di tutta questa storia. Mi verrebbe da dire nauseato».
Termini forti usati per descrivere l’”accerchiamento” che, secondo Rotelli, starebbe subendo da tempo l’Ass triestina. «Ormai sembra di stare in una sala operatoria - continua il direttore generale -. È come se tutti gli atti dell’azienda dovessero essere sottoposti ad un’autopsia. Francamente non riesco a comprendere questo accanimento. Prendiamo la questione dei cellulari, su cui è stato montato un caso assurdo. L’Azienda sanitaria ha 800 telefonini, e allora? Qualcuno si è mai preso la briga di calcolare quanta efficienza garantiscono quei telefonini? Una volta ci si sentiva rispondere: ” il dottore è fuori stanza”. Oggi invece, proprio grazie ai cellulari, questo non accade più. Non è forse un vantaggio per una realtà come la nostra che opera e deve operare sul territorio? Dove sta il caso? Io, davvero non lo capisco. Lo scriva pure - conclude Rotelli -. Sono veramente stufo di questa situazione»
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