Stipendi più ricchi per i sindaci, Roberti dice sì e apre al confronto
TRIESTE I sindaci lo chiedono da tempo. Magari anche solo borbottando mentre ogni mattina spingono la porta d’ingresso del municipio, pronti a farsi carico di mille incombenze e responsabilità. «Le indennità vanno aggiornate». Detto, dimenticato. Almeno fino a oggi, perché la richiesta ha trovato l’attesa copertura politica da parte del governo regionale.
«Non è un’urgenza dell’amministrazione, ma è un tema che va affrontato, perché altrimenti nel giro di qualche anno persone disposte a fare il sindaco non le troveremo più, l’indennità non basta neanche a coprire le spese dell’assicurazione». L’assist, inatteso, arriva dall’assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, convinto della necessità di metter mano agli stipendi dei sindaci. Troppo bassi per incentivare i cittadini a candidarsi e per ripagare gli amministratori del loro impegno, specie quelli piccoli.
Sì, perché sotto i mille abitanti chi veste la fascia tricolore prende appena 893 euro lordi al mese senza maggiorazione, a fronte di una mole di lavoro e responsabilità difficili da quantificare. «Pensiamo solo – sottolinea Roberti – che nei piccoli Comuni, ma sempre più spesso anche in quelli medi, la mancanza di personale costringe i sindaci a farsi carico delle posizioni organizzative e a firmare atti dirigenziali».
Senza dimenticare l’infinito lavoro di front office. Perché tutti, alla fine, bussano alla loro porta. O al loro cellulare. Praticamente h24.
Tanta fatica per cosa? Come detto, 893 euro lordi al mese senza maggiorazione per i sindaci dei Comuni fino a mille abitanti, che diventano 1.333 euro da 1.001 a 3.000; 1.691 euro da 3.001 a 5.000; 1.945 euro da 5.001 a 10.000; 2.893 euro da 10.001 a 20.000; 3.677 euro oltre 20 mila per arrivare ai 5.052 euro dei Comuni capoluogo di provincia.
Sette scaglioni (gli importi sono tutti al lordo delle tasse) che Roberti si propone ora di aggiornare. Per farlo l’assessore si è affidato al Consiglio delle autonomie locali (Cal), «organismo – spiega l’assessore – che mi sembra il più adatto a fornire una proposta, considerato che vi partecipano tutte le tipologie di Comuni».
Sarà dunque il Cal ad avanzare una proposta di rimodulazione che dovrà andare oltre il semplice aggiornamento Istat, «poca cosa in generale – commenta Roberti, simulazione alla mano – e in particolare per i piccolissimi Comuni». Anche se ci sono casi, come Trieste, dove la dimensione dell’ente non è garanzia d’indennità adeguata: «Da pensionato, il sindaco si vede mensilmente decurtare l’indennità del 50%», evidenzia l’assessore. Risultato: percepisce non 5 mila euro lordi ma 2.700. Al Cal il compito di ricalibrare la busta paga di sindaci.
Compito che il Consiglio, presieduto dal primo cittadino di San Vito Al Tagliamento, Antonio Di Bisceglie (Pd), ha accolto di buon grado. «Le attuali indennità non corrispondono alle responsabilità di cui ogni giorno i primi cittadini si fanno carico nello svolgimento dell’attività amministrativa», spiega il presidente che si è detto pronto, al pari dei colleghi, «a svolgere tutti gli approfondimenti necessari per formulare un’ipotesi in tempi brevi». —
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