Sticco multato per balli e assembramenti, Dipiazza insorge: «La legge valga per tutti»

Due sanzioni comminate dalla Polizia allo stabilimento. Il sindaco: «Difendo i gestori, la calca esiste anche altrove»
La serata costata a Sticco le multe in un’immagine tratta dalla rete. In alto a destra il sindaco Roberto Dipiazza, in basso Federica Suban della Fipe
La serata costata a Sticco le multe in un’immagine tratta dalla rete. In alto a destra il sindaco Roberto Dipiazza, in basso Federica Suban della Fipe

TRIESTE. Due multe per Sticco Mare: una per inosservanza delle norme anti-Covid, l’altra per una licenza mancante. Di certo ultimamente gli assembramenti attorno ai locali non sembrano mancare, anche se in precedenza a pagare con una sanzione era stato il solo Cantera, a quanto è dato sapere. A fare del caso Sticco un tema di dibattito pubblico ora è il sindaco Roberto Dipiazza, che difende i gestori multati. I fatti risalgono a mercoledì, serata inaugurale del tradizionale ciclo di aperitivi estivi con dj-set: per lo stabilimento del Bivio, la prima dopo l’avvento del coronavirus.

Molti presenti, evidentemente, non rispettavano l’obbligo di distanziamento e non indossavano le mascherine. A seguito di una segnalazione (dei cittadini avrebbero allertato le forze dell’ordine dopo aver visto foto e video degli assembramenti sui social), sul posto è dunque intervenuta la Polizia di Stato, procedendo ai controlli di rito. Gli agenti hanno constatato l’inosservanza dei protocolli anti-Covid, da parte degli avventori, e hanno di conseguenza elevato al locale una multa che partirà da una base di 280 euro, la misura ridotta prevista dalla legge.

Subito dopo è stata rilevata anche la mancanza della cosiddetta autorizzazione all’intrattenimento danzante. Si tratta della licenza di pubblico spettacolo, in altre parole, necessaria per poter organizzare serate di ballo: si vede che i presenti, assembrati e senza mascherine, stavano danzando. In caso di mancata licenza la contravvenzione può aggirarsi tra i 250 e i 1500 euro: stabilire l’ammontare esatto della cifra spetterà all’amministrazione comunale, in quanto è lo stesso ente cui compete rilasciare quel tipo di autorizzazione, dopo che un’apposita commissione abbia verificato l’idoneità della struttura. Non si tratta di mettere un timbro e basta, insomma, ma vanno fatti dei lavori di adeguamento, a carico dei gestori.

Per assenza della stessa licenza, peraltro, l’anno scorso erano saltate le feste danzanti sul bastione di San Giusto. I gestori di Sticco avrebbero avviato l’iter per ottenerla, questo inverno, ma il tutto sarebbe stato poi stati rallentato dal subentrare della pandemia. Contattato sull’argomento delle autorizzazioni comunali («Se ne occupano gli uffici»), al primo cittadino preme spostare l’attenzione dell’opinione pubblica su un altro tema, ovvero quello degli assembramenti: «Su questo io difendo i ragazzi di Sticco, perché allora l’assembramento deve valere per tutti».

Premettendo di essere «per il rispetto delle regole» e che intervenendo «le forze dell’ordine hanno fatto il loro dovere», il sindaco afferma inoltre: «Investendo dei soldi (i gestori di Sticco, ndr) hanno fatto l’interesse della città e degli altri ragazzi, che per divertirsi spesso devono prendere l’auto e andare in Friuli o in Slovenia, quando potrebbero restarsene a Trieste». In effetti quel mercoledì sera Dipiazza è stato un testimone oculare, da Sticco, e se n’è andato «a mezzanotte in punto – assicura –, quando la musica e tutto quanto è finito, nel rispetto del Regolamento movida». Il sindaco ha fatto però in tempo a captare che molti dei giovani presenti avrebbero proseguito la nottata in una nota discoteca della provincia, dove suppone che gli incontri siano solitamente altrettanto ravvicinati.

Riassumendo il Dipiazza- pensiero, il sindaco ritiene che assembramenti si verifichino un po’ a macchia di leopardo, non solo a Trieste, e trova contraddittorio che per qualcuno «c’è l’assembramento, per un altro no. Allora chiudete tutti. L’ho detto anche al questore».

Così Federica Suban, presidente Fipe Trieste: «Sappiamo che è stata adottata una serie di dispositivi per impedire l’assembramento, ma gestire tanti clienti non è semplice. Cercheremo di capire meglio cos’è successo, anche nella speranza che la struttura riuscirà a dotarsi di ciò che serve per avere la licenza di pubblico spettacolo». Resta da capire se nel frattempo gli aperitivi del mercoledì potranno continuare: in questo senso i gestori non rilasciano dichiarazioni, rimettendosi nelle mani delle autorità competenti. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo