Stella rossa, l’ira del governo contro Fiume
L’installazione subisce la bocciatura dei ministri della Cultura e delle Infrastrutture. Il sindaco: non è stato capito lo spirito

La posa della stella rossa sul tetto del Grattacielo a Fiume. jutarnji.hr
FIUME La stella rossa della discordia, sia dalla parte croata che da quella italiana. Il posizionamento sul Grattacielo di Fiume della grande stella approntata dall'artista locale Nemanja Cvijanović con 2.800 pezzi di vetro rotto e di colore rosso, ha surriscaldato gli animi nel capoluogo quarnerino e anche oltreconfine, come mai finora avvenuto in relazione al progetto Fiume capitale europea della Cultura 2020.
Dopo la pacifica marcia di protesta nel nucleo storico cittadino, che ha visto protagonisti gli appartenenti alle associazioni dei reduci e dei familiari delle persone scomparse durante la Guerra patria (il conflitto croato-serbo durato dal 1991 al 1995) e gli ultrà del Rijeka calcio, ad esprimersi contro la performance di Cvijanović è stata la ministra croata della Cultura, Nina Obuljen Koržinek, la quale ha bollato la sistemazione della stella rossa come un'operazione politica ideata per rendere ancora più dure le contrapposizioni in campo ideologico. Secondo l'esponente del governo del premier Andrej Plenković (centrodestra), l'opera di Cvijanović sarebbe stata posta sulla sommità del grattacielo senza previo ottenimento di permessi e dell'accettazione degli abitanti dell'edificio. «La stella si trova lì priva del consenso degli inquilini, dei conservatori della sezione fiumana della Sovrintendenza ai monumenti di Fiume e degli esperti di statica – ha detto la Obuljen Koržinek – è stata dunque installata in flagrante violazione alla legge sulla Tutela dei beni culturali. Per di più in presenza del sindaco fiumano, Vojko Obersnel».
La reazione del primo cittadino non si è fatta attendere. «Sono sorpreso di quanto dichiarato dalla ministra della Cultura – ha asserito Obersnel – intanto la nostra non è stata un’iniziativa politica, col traguardo di rendere ancora più profondo il solco ideologico che divide la società croata. Evidentemente la Obuljen Koržinek è male informata, perché l’installazione dell’opera ha ottenuto tutte le licenze necessarie e il parere favorevole della Sovrintendenza e degli esperti di statica, con questi ultimi che hanno tassativamente negato che il peso della struttura possa danneggiare il tetto dell’edificio, con la stella rossa che resterà lì fino il 4 ottobre». A stigmatizzare le prese di posizione della ministra della Cultura e del suo collega di Marineria, Trasporti e Infrastrutture, Oleg Butković («Saranno le amministrative dell’anno prossimo a punire l’amministrazione fiumana di centrosinistra»), è stato pure il vice sindaco fiumano, il regionalista Nikola Ivaniš: «Non dobbiamo permettere che esponenti dell’estrema destra croata ci dettino le cose che dobbiamo fare o meno. I 2.800 frammenti di vetro di colore rosso indicano il sacrificio di altrettanti partigiani rimasti uccisi durante i combattimenti per liberare Fiume dalle truppe di occupazione tedesche sul finire della seconda guerra mondiale. Non ci fossero stati i partigiani di Tito, Fiume, l’Istria, Zara, Lagosta e buona parte della Dalmazia sarebbero rimaste in Italia».
A criticare l’installazione sono stati pure i dirigenti dell’Archivio Museo storico di Fiume, con sede a Roma, i quali hanno anche espresso il dubbio che da parte dei combattenti partigiani vi siano stati 2.800 caduti nella battaglia per la città di San Vito. —
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