Stella espulso, bagarre in Terza circoscrizione a Trieste

Decaduto il consigliere. Il presidente: procedura regolare. L’opposizione: inaudito

Alla fin fine è successo. Gian Paolo Stella, consigliere della terza circoscrizione prima per il Partito democratico e poi per la Lega nord, è stato espulso dall’assemblea per assentesimo. Non è cosa che succeda ogni giorno, pare anzi sia la terza volta in Italia che un caso simile si verifica.

La vicenda, invero piuttosto intricata, è determinata da un misto di complicanze normative e di dissapori. Il contesto politico in cui la vicenda si svolge, più volte riportato su queste pagine, è il seguente: un anno fa il consigliere Stella è passato con balzo dannunziano dalle file del Pd a quelle del Carroccio. Un mutamento non da poco negli equilibri del consiglio, perché ha consegnato all’area del centrodestra la maggioranza.

Sarà come sarà, sta di fatto che nel novembre scorso quattro consiglieri del Pd hanno presentato un’interrogazione chiedendo la decadenza dello Stella a causa delle sue assenze dalle sedute consigliari. Procedimento complicato che ieri è approdato a conclusione con l’espulsione dello stesso.

A spiegarne le tappe è il vicepresidente del consiglio Piero Ambroset (Udc). Ambroset è al momento il presidente facente funzioni perché qualche tempo fa il primo detentore dell’incarico nello sfortunato parlamentino si è dimesso per questioni lavorative. Sulla vicenda, che ha visto Stella escluso dal voto sulla sua espulsione, Ambroset spiega: «Non ho molto da dire, il mio ruolo è stato quasi notarile - commenta -. La giurisprudenza in questi casi non è univoca, c’è chi dice che un consigliere può partecipare al voto per la propria decadenza, c’è chi dice il contrario. Io ho demandato la scelta al consiglio, alla luce anche della documentazione fornita dagli uffici comunali: c’è stato un voto in cui si è deciso se Stella potesse partecipare o meno, a cui Stella ha partecipato. Quel voto ha stabilito che non potesse esprimersi sulla propria decadenza, e quando si è votato sulla decadenza hanno prevalso i sì».

C’è però chi la vede in modo molto diverso. Michele Babuder (Fi) dichiara: «Ritengo la vicenda di una gravità inaudita. Una “partita” in cui le regole procedurali non sono mai state determinate a priori e illustrate con chiarezza, nonostante le numerose richieste da noi avanzate agli uffici e anche al Segretario generale».

Chiarimenti che, spiega Babuder, sarebbero arrivati solo a seduta iniziata: «L’esito della votazione sulla decadenza sarebbe stato (come peraltro già avvenuto in conferenza dei capigruppo il 15 gennaio) nuovamente di parità se il presidente non avesse ritenuto - seguendo una sua personale interpretazione - di invitare il consigliere ad uscire dall’aula al termine di un’ulteriore votazione del consiglio (finita in parità) sull’opportunità che il consigliere potesse partecipare al voto. Quindi, l’esito di 10 consiglieri a favore della decadenza e 9 contrari».

Al decaduto Stella subentrerà ora il primo dei non eletti del Pd. Il vicesindaco Fabiana Martini, assessore competente, tiene le distanze dal vespaio: «Il consiglio circoscrizionale ha la sua autonomia e non è giusto che la violi. Certo è che casi del genere, indipendentemente dal loro colore, non giovano alla politica. Spero che le polemiche rientrino nei confini della dialettica». (g.tom.)

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