Steffè: «Aspettiamo a giorni una decisione. Promozioni a tavolino? Solo il Monza la merita»

Il centrocampista triestino si allena con qualche corsetta «Siamo in costante contatto con la società e lo staff»
Lasorte Trieste 09/02/19 - Serie C, Triestina - Monza, esultanza Steffe', 3 - 0
Lasorte Trieste 09/02/19 - Serie C, Triestina - Monza, esultanza Steffe', 3 - 0

TRIESTE A luglio Demetrio Steffè compirà appena 24 anni, ma prima del suo ritorno a casa della scorsa stagione, era già stato tanti anni in giro per l’Italia e lontano dalla sua Trieste.

Per questo gli brucia parecchio che dopo l’ottimo campionato disputato nel 2018/19, in questa stagione abbia avuto meno soddisfazioni con nessun gol all’attivo contro i quattro firmati nella prima stagione in alabardato.

Il centrocampista alabardato racconta la sua annata, il lockdown, la situazione in serie C e quella del calcio in generale.

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Steffè, dagli esercizi casalinghi alla corsa: cosa è cambiato?

«Finalmente in questi giorni si è potuto andare a correre un po’ in giro. Non è come allenarsi sul campo, ma almeno è qualcosina in più rispetto agli esercizi di casa, anche se con la mascherina non è il massimo. Il preparatore ci ha sempre inviato quotidianamente i programmi da fare: io per fortuna ho un piccolo giardino che mi ha aiutato per fare esercizi all’aria aperta. Inoltre ho preso una cyclette che in questo periodo devo dire mi ha aiutato tanto».

La consolazione è almeno quella di aver vissuto il lockdown nella sua città.

«Sì, dopo tanti anni in giro per l’Italia, era il mio secondo anno qui a Trieste e almeno questa emergenza ho avuto la fortuna di passarla a casa, vicino a famiglia e fidanzata. È stato importante, soprattutto vedendo cosa hanno passato tanti compagni di squadra o per esempio anche il mio amico Luca Pizzul, rimasto da solo a lungo in Lombardia».

Come pensa vada a finire questa stagione?

«Si sentono ogni giorno tante cose diverse, speriamo che questa settimana ci sia qualche schiarita perché le questioni in ballo sono tante: l’eventuale ripresa, lo stop, le scadenze dei contratti, cosa succede a chi è in prestito, gli allenamenti di squadra. Siamo in costante contatto con la società per aggiornarci su ogni cosa. Non ci resta altro che attendere».

La questione delle promozioni?

«A mio parere l’unica che merita di andare sicuramente in B è il Monza visto il margine di vantaggio, ritengo invece che per Reggina e soprattutto Vicenza non dovrebbe essere così automatico, in fondo Carpi e Reggiana non sono così distanti e di giornate ne mancano undici».

Una ripresa però appare difficile, soprattutto per la serie C.

«Il protocollo sanitario è difficile per certe squadre di A, figuriamoci per tante che militano in serie C. Noi abbiamo tutto, ma non è che puoi fare una sì e le altre no. Comunque in tanti dicono che il calcio può aspettare, ma in fondo leggendo i dati è una delle più grandi aziende italiane che porta tante entrate, con una marea di gente attorno, fino al magazziniere che prende poco e lavora più di tutti. Quindi il calcio può aspettare fino a un certo punto».

Venendo al calcio giocato, si aspettava di più da questa sua stagione, almeno fino allo stop per il coronavirus?

«Quella scorsa era stata davvero una buona annata, soprattutto rispetto alle mie precedenti, questa invece è stata di nuovo una stagione un po’ di blocco. Inutile dire che fino allo stop non era stata una stagione molto positiva, però andavamo incontro alla parte più bella della stagione, c’era ancora tempo per cambiarla in una certa direzione».

Anche come squadra, le attese erano ben diverse: come mai è andata in questo modo?

«Ci aspettavamo tutti molto di più, invece abbiamo iniziato con una marcia diversa, forse i fantasmi della finale persa erano ancora nella testa e ci hanno penalizzato. Poi nell’ultimo periodo eravamo usciti bene e stavamo ottenendo risultati positivi, poi proprio sul più bello è arrivato lo stop».

Lo scorso anno 4 reti, in questa zero: le è mancato il gol?

«Sì, anche quello. Dopo averne segnato uno al mio esordio in C, era qualche anno che non andavo in rete e lo scorso anno invece ne feci ben 4. Speravo davvero fosse un punto di partenza, invece non è stato così: poi quando non riesci a sbloccarti soffri ancora di più quando giochi nella tua città, in qualche maniera la vivi ancora più male, come del resto è più esaltante quando le cose vanno bene, come nello scorso campionato». —


 

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