Stefania Casini ospite al Trieste Film Festival

TRIESTE. Dai set di Bertolucci e Argento all'esperienza dietro la macchina da presa, per scoprire i giovani albanesi di oggi: Stefania Casini, l'attrice di film celebri come "Novecento" e "Suspiria" e di tanto cinema italiano degli anni '70, ha presentato ieri al Trieste Film Festival il suo documentario "Made in Albania". Da venticinque anni Stefania ha fatto della regia la sua professione principale, come autrice di documentari e reportage per Rai e Mediaset: il suo ultimo lavoro, presentato a Trieste, è un film on the road che smonta tanti pregiudizi sull'Albania. «È un paese bellissimo con molte contraddizioni, che in un certo senso è passato dal Medioevo e internet in vent'anni», spiega Casini. «Ho scoperto una gioventù albanese colta, intelligente e curiosa».
La carriera di Stefania però nasce in teatro, negli anni in cui studiava Architettura all'università. Il debutto al cinema è con Pietro Germi che la sceglie come coprotagonista, a fianco di Gianni Morandi, in "Le castagne sono buone". «All'inizio ho faticato ad entrare nell'atmosfera romana del cinema in quegli anni, quando a un'attrice si chiedeva soprattuto di essere bella, magari anche brava, ma non certo colta, di sinistra e impegnata politicamente come ero io», racconta Casini. L’attrice diventa in breve un volto riconoscibile di tanto cinema di genere e d'autore, «anche nuda: ero anticonformista, curiosa e anti-tutto. Spogliarsi per me non era un problema». E senza timori infatti si spoglia in una scena diventata di culto: quella in cui divide il letto con Robert De Niro e Gerard Depardieu in "Novecento" di Bernardo Bertolucci. «Bernardo era un mio amico, mi chiese se me la sentivo di girare una scena un po' difficile. L'ho fatta con molta gioia: grazie a lui sono entrata nella storia del cinema». L'anno dopo, nel 1977, arriva un altro ruolo indimenticabile: Sara in "Suspiria" di Dario Argento. Alla fine degli anni '70, Stefania entra nella factory di Andy Warhol e gira "Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!" di Paul Morrissey. Poco dopo, proprio negli Usa mentre lavora come giornalista per Rai Corporation, debutta alla regia col film "Lontano da dove" scritto con Francesca Marciano: «Sono stata una delle prime giovani attrici a passare alla regia, poi si è aperto un filone», spiega Casini. Da allora come attrice ha scelto solo cammei, come in "Maledetto il giorno che t'ho incontrato" di Verdone. Da regista, ha già un nuovo progetto: un documentario sugli eco-villaggi in India.
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