Stazione e Silos, due dormitori. Identificati 28 senzatetto
TRIESTE
La stazione centrale come un grande dormitorio, emblema del disagio sociale in cui versano molte persone. Uomini e donne stesi a terra, avvolti in coperte e sacchi a pelo, a gruppi. Qualcuno negli spazi più grandi, altri in quelli più nascosti ai lati delle principali aree d’attesa. Tutti evidentemente lì per riposare al riparo dal freddo e dalla pioggia, mentre lungo i binari arrivano gli ultimi treni e il viavai di parenti e amici che attendono i viaggiatori continua a breve distanza sino a notte inoltrata, con una mole di presenze comunque sensibilmente inferiore a quanto accade durante il giorno.
L’altra sera, attorno alle 23, la polizia (impegnando sia personale della questura che quello della sezione ferroviaria) e i vigili urbani hanno effettuato una serie di controlli sia all’interno della stazione dei treni che di quella delle autocorriere e nella zona retrostante l’ex Silos. Di fronte, gli agenti si sono ritrovati un corposo numero di senza tetto. In tutto, l’identificazione ha infatti interessato 28 persone, di cui due minori.
Questa condizione di emergenza sociale riguarda, fra gli altri, anche una famiglia rumena composta da cinque persone, tra le quali proprio i due minorenni: a loro sono state aperte le porte di una specifica struttura di accoglienza. Per altri, invece, la destinazione è stata la questura. È il caso di due cittadini senegalesi, privi di documenti d’identità e non ottemperanti al decreto di espulsione già emesso a loro carico. Una condizione identica a quella di quattro rumeni che, già allontanati dall’Italia e senza mezzi di sussistenza, sono stati affidati all’Ufficio immigrazione della polizia. Nei loro confronti è scattato l’iter per l’emissione di nuovi provvedimenti amministrativi.
Sempre in tema di controlli, l’altra sera la Squadra volante del Commissariato di Duino Aurisina ha arrestato un cittadino rumeno di 22 anni, C.V.C. le sue iniziali. A carico dell’uomo, che si trovava a bordo della sua autovettura in sosta in un’area di servizio, è emerso un decreto di esecuzione di una misura cautelare in carcere emessa lo scorso marzo dal Gip del Tribunale di Matera per un episodio di furto di cavi di rame. È stato di conseguenza portato al carcere di via del Coroneo. Nella medesima area di servizio, la polizia ha individuato e denunciato per uso di atto falso un altro cittadino rumeno, G.R., del 1977. Il certificato assicurativo dell’automobile con targa italiana che stava guidando è risultato falso. Per lui multa da 798 euro, con sequestro amministrativo del mezzo.
(m.u.)
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