Statue neoclassiche del palazzo della Borsa a Trieste, finito il lungo “lifting”

Concluso l’intervento di restauro delle nicchie nella facciata. Necessari quattro mesi di lavori e una spesa di 55 mila euro
Lasorte Trieste 20/09/18 - Camera di Commercio, Statue restaurate
Lasorte Trieste 20/09/18 - Camera di Commercio, Statue restaurate

TRIESTE Bartolomeo Ferrari, Domenico Banti, Antonio Bosa - firme di pregio nell’arte scultorea del periodo neoclassico in area veneta - potranno finalmente sorridere, avendo notato dall’empireo degli artisti che i lavori di restauro conservativo delle loro statue, al pian terreno del palazzo della Borsa, sono finalmente terminati.

Il cantiere era stato consegnato lo scorso 9 maggio, per cui il lifting è stato completato abbastanza puntualmente. L’intervento, che non si è limitato ai soli “quattro continenti” ospitati nelle nicchie parzialmente riparate dal portico, è stato finanziato dalla Camera di commercio con circa 55 mila euro. Ha provveduto al restauro l’associazione temporanea d’impresa formata dalla triestina Rosso e dalla friulana Eu.co.re.

L’altro giorno sono state tolte le coperture e le statue, scolpite e allestite nel 1806 a circa un anno dall’inaugurazione del palazzo, sono riapparse alla pubblica fruizione. Il loro recupero è stato preparato da un paio di anni di analisi e di studio, per comprendere la patologia che le stava consumando.

Come ricorda la relazione preparata dallo studio Gasperini, la pietra calcarea soffriva di umidità e di vibrazioni da traffico. E l’umidità non aveva aggredito soltanto il materiale lapideo, ma si era insinuata nei supporti metallici interni alle statue, innescando i processi disgregativi della pietra.

Allora avanti con un salvataggio esteso. Prima con la pulizia, poi con il consolidamento, poi sugli intonaci circostanti ricostruendo le superfici. Supporti strutturali in acciaio inossidabile, resine «dalle elevate proprietà adesive», intonaci porosi e traspiranti, dispositivi brevettati per l’eliminazione dell’umidità sono le soluzioni tecniche adottate per ridare salute ai “quattro continenti”, ai quali manca solo l’Oceania. In particolare, l’Europa e l’Africa si debbono al Ferrari, l’Asia al Banti, l’America al Bosa.

Il finis del cantiere soddisfa il presidente e committente Antonio Paoletti, perchè «la facciata del palazzo ridà luce a piazza della Borsa». L’intento non era solo la salvaguardia delle statue - insiste il leader camerale - ma la riqualificazione dell’intero affaccio di uno dei più interessanti edifici neoclassici triestini. —




 

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