Startup innovative, il Fvg è secondo e fra le province Trieste è la regina

Nelle classifiche del ministero il Trentino Alto Adige al top. Paoletti di Area Science Park: «Accompagnare la crescita»

TRIESTE C’è solo il Trentino Alto Adige davanti al Friuli Venezia Giulia nella classifica delle startup innovative. E la provincia di Trieste, stavolta davanti a Trento, conquista il primato. Il sedicesimo rapporto trimestrale sulle startup iscritte nella sezione dedicata del Registro delle Imprese, pubblicato nel sito del ministero dello Sviluppo economico, conferma le confortanti posizioni della regione e del suo capoluogo nell’innovazione d’impresa. Il trimestre analizzato, il secondo del 2018, segna tra l’altro per la prima volta il superamento di quota 9 mila.

Le startup considerate – società di capitali non quotate costituite da meno di cinque anni, con fatturato annuo inferiore a cinque milioni – sono 9.396, in aumento di 499 unità (+5,9%) rispetto al 31 marzo e di oltre un migliaio su fine 2017. Il report, elaborato da Mise e InfoCamere con la collaborazione di Unioncamere, analizza anche la distribuzione geografica di un fenomeno che tra soci e lavoratori subordinati coinvolge 50 mila persone in Italia. La Lombardia rimane la regione in cui è localizzato il maggior numero di startup innovative: 2.286, pari al 24,3% del totale nazionale. Seguono il Lazio, che prosegue la sua rapida crescita e ormai sfiora quota mille (980 per il 10,4%), e l’Emilia Romagna, che supera la soglia delle 900 startup (906, 9,6%). Al quarto posto rimane il Veneto con 843 (9%), mentre il Fvg, con 216, è dodicesimo in valori assoluti, ma secondo (4,83%, il Trentino Alto Adige è primo con il 5,25%) se si tiene conto dell’incidenza di startup innovative in rapporto al totale delle società di capitali con meno di cinque anni e cinque milioni di fatturato annuo. A seguire la Valle d’Aosta (4,77%), le Marche (3,92%) e l’Emilia Romagna (3,64%). Milano è poi di gran lunga la provincia in cui è localizzato il numero più elevato di startup innovative: a fine giugno erano 1.598, il 17% del totale nazionale, incidenza in crescita rispetto alle scorse edizioni del report. Al secondo posto si consolida Roma, con 867 (9,2%), seguita da Torino, con 329 (3,5%), e da Napoli, poco distante con 313 (3,3%).

Se si considera però il numero di startup innovative in rapporto al numero di nuove società di capitali attive nella provincia, al primo posto, con 61, si posiziona Trieste (7%), davanti a Trento (6,9%) e Ascoli Piceno (5,9%). Un dato «incoraggiante ma sorprendente solo parzialmente», commenta Sergio Paoletti, presidente di Area Science Park. «Pur tenendo conto che i numeri restano piccoli – osserva –, l’innovazione è nel Dna di Trieste e di Area: il nostro incubatore Innovation Factory ha già valutato 1.600 progetti d’impresa e costituito una sessantina di nuove realtà. Come trasformare queste iniziative in lavoro? Accompagnando il processo delle startup. All’approccio darwinista preferiamo una filosofia che selezioni inizialmente le startup con una certa prospettiva di sviluppo. Non serve buttare semi a caso, bisogna cercare di seguire le piante e farle crescere». Anche Stefano Ruffo, direttore della Sissa, considera il primato triestino «dimostrazione della vivacità culturale della città, ma direi della regione in generale. La produttività del sistema della ricerca, peraltro, può essere ancora migliorata, guardando ad altri Paesi che riescono a fare trasferimento tecnologico meglio di noi». Sissa, ricorda Ruffo, contribuisce con progetti che hanno sollevato interesse anche in ambito confindustriale. «Dei nostri circa 300 dottorandi – spiega il direttore – qualcuno intraprenderà una carriera imprenditoriale. Di qui piccoli contributi perché possano sviluppare le loro idee in contatto con aziende interessate a puntare anche sulla rivoluzione della Ict». —


 

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