Staranzano, soffoca la moglie malata e poi si impicca
STARANZANO. Ha soffocato la moglie e poi si è tolto la vita. Un gesto di amore estremo, quello di una coppia profondamente unita nella vita trovatasi a fronteggiare l’incedere dell’età che non fa sconti alla sofferenza. La tragedia si è consumata ieri mattina, in un appartamento di una palazzina di due piani, in via Mazzini, a Staranzano. Pietro Zuppi, 84 anni, e la consorte Luciana Torcello, 82 anni, erano una coppia indivisibile. Legati e indispensabili l’uno all’altra come l’ossigeno che si respira. Il tragico evento è avvenuto prima di mezzogiorno.
Secondo quanto s’è potuto apprendere, l’uomo ha strangolato la moglie sul divano per poi togliersi la vita, appartandosi in garage. Prima di porre fine alla propria esistenza, l’anziano ha telefonato ad uno dei due figli, Dario, residente a Milano, comunicandogli il suo disperato gesto compiuto nei confronti della consorte. Dario ha quindi cercato il fratello, Maurizio, residente a Monfalcone. Da qui l’allarme, con l’intervento delle forze dell’ordine. Sul posto sono giunti i carabinieri di Staranzano assieme alla Radiomobile e all’aliquota operativa di Monfalcone, nonchè gli operatori sanitari del 118, con due ambulanze. Una mobilitazione che ha suscitato evidente preoccupazione su quanto potesse essere accaduto.
La palazzina è situata nel tratto finale di via Mazzini, di fronte a un condominio in cemento grezzo, che giace ormai abbandonato da tempo, dopo il fallimento della ditta costruttrice.
Una piccola via, in un susseguirsi di casette poco lontano dal collegamento principale tra Staranzano e Monfalcone, via Trieste. Una zona tranquilla, che ieri è stata squarciata dalla tragedia. I carabinieri hanno assunto le indagini, eseguendo i necessari rilievi. Sul posto è giunto anche il medico legale, con l’opportuna comunicazione dell’evento all’autorità giudiziaria di Gorizia.
Un dramma che via, via è trapelato in zona, tra sconcerto e incredulità. Pietro e Luciana erano una coppia stimata e benvoluta. Lui si prendeva cura della consorte, che da qualche tempo era costretta a confrontarsi con le “ferite” di una malattia progressiva come l’Alzheimer.
E Pietro le era vicino, se ne occupava quotidianamente con l’amore che lega indissolubilmente una coppia che insieme condivide e affronta la vecchiaia sostenendosi l’un l’altra. Pietro, con tenerezza e grande affetto, si spendeva per la sua compagna di vita accudendola con dolcezza e perseveranza, senza mai lasciarla sola.
In quella palazzina vivevano da soli, su uno dei due piani, dopo il trasferimento, avvenuto anni fa, del fratello di Pietro.
Una coppia dolce, che suscitava simpatia e tenerezza. La loro era una vita in simbiosi. Scorreva nel rinnovarsi metodicamente delle loro rassicuranti abitudini. Una quotidianità fatta di piccole cose, ma per questo non meno importanti. E di attenzioni delicate e reciproche.
Pietro ogni mattina usciva di casa, verso le 10, per recarsi al vicino panificio Bosio di via Trieste. Come sempre acquistava il solito pane. Due “fiorellini”.
Alto, magro, riservato, non mancava mai di salutare i vicini che incontrava lungo la sua breve passeggiata. Per tutti era un’abitudine che contrassegnava la giornata.
Era così, nel rinnovarsi ogni mattina i saluti. Pietro scambiava poche parole con i vicini. Con il garbo e la discrezione che lo contraddistinguevano. Ma bastavano proprio poche parole, anche solo per sentirsi rassicurati sullo stato di salute della coppia.
Ultimamente le uscite mattutine di Pietro erano sempre più solitarie. Prima i vicini li vedevano sempre insieme, Pietro e Luciana. Poi era lui a recarsi al panificio per tornare subito a casa e rimanere al fianco della consorte tutta la giornata. Abitudini comunque confortanti, di chi ha sempre condotto una vita in armonia. Anche con i figli, ormai diventati adulti, l’uno poi trasferitosi a Milano e l’altro rimasto a Monfalcone, ma comunque vicini e attenti nei confronti dei genitori.
Prima di Pasqua, Venerdì Santo, grazie al miglioramento delle condizioni meteo e dell’innalzarsi delle temperature, Pietro ha portato con sè la consorte, nel suo giro quotidiano. Insieme sono andati in panetteria. I titolari li hanno salutati con il solito affetto. Si sono raccomandati affinchè tornassero insieme il giorno dopo, per potersi scambiare gli auguri. E quando ieri s’è diffusa la drammatica notizia, è stato come un colpo al cuore.
Riproduzione riservata © Il Piccolo