Da Staranzano alla Cina antica: a Carnevale con l’Armata di terracotta
La Compagnia del Carro ha scelto come tema l’esercito dell’Aldilà dell’imperatore Shi Huang
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La storica Compagnia del Carro di Staranzano, nata nel 1992, “sbarca” in Cina per le sfilate regionali del Carnevale 2025, con la spettacolare creazione de “L’Armata di terracotta”. Si tratta della rievocazione del celebre esercito di statue realizzato tra il 246 e il 206 a.C. destinato per servire nell’Aldilà il primo imperatore cinese Qin Shi Huang, lo stesso che fece costruire la Grande muraglia cinese.
L’ultima produzione del gruppo staranzanese, coordinato dalla presidente Sabrina Secco, è un viaggio straordinario nella cultura orientale con un tema affascinante, già pronto per il battesimo di sabato a Cervignano del Friuli e domenica a San Stino di Livenza, in provincia di Venezia.
Seguiranno un bel pacchetto di sfilate: Romans d’Isonzo il 3 marzo a Udine, il 4 a Monfalcone, poi Tissano e Remanzacco.
Per questo motivo si lavora a tutte le ore al capannone di via delle Acacie, dove si respira aria di soddisfazione per gli ottimi risultati conseguiti a ridosso dell’esordio. Mentre i veterani Lionello Peres e Bruno Cinello perfezionano con gli ultimi ritocchi le loro creature, alcuni “soldati” dell’esercito vengono già caricati su un camion.
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«Anche quest’anno – spiega Peres – sfileremo fuori concorso al Carnevale monfalconese perché non è previsto nel loro regolamento la categoria “Mascherata di gruppo” o “Mascherata singola”, come nei principali Carnevali d’Italia, in primis Viareggio. Speriamo che presto il regolamento venga modificato perché riteniamo che questa nuova categoria potrebbe fermare la moria di costruttori di carri, che, imbrigliati nelle tante norme burocratiche e per motivi economici, rinunciano a fare il carro. Con questa nostra meraviglia storica, che unisce arte, tradizione e sostenibilità, siamo fiduciosi di incantare il pubblico, perché è un omaggio alla tradizione e alla bellezza».
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Staranzano, quindi, è fuori concorso perché non si definisce come “carro” e neanche come “gruppo” in quanto tali categorie - spiegano dalla Compagnia del Carro - hanno tra le regole tema, numero di partecipanti, costumi, coreografie e «non si basano sulle costruzioni allegoriche frutto dell’esperienza pluriennale».
La sfilata de “L’Armata di terracotta” cinese aprirà con due “geishe” che dispensano Fortuna, Felicità e Fecondità, un gruppo di 10 ragazze con ampie gonne a ruota che con un semplice gesto si trasformano in gigantesche lanterne colorate.
A seguire la statua dell’imperatore Qin Shi Huang, quindi un gruppo di una trentina di figuranti e 16 straordinarie riproduzioni in quattro file di soldati, realizzati in cartapesta per sottolineare l’impegno verso il rispetto dell’ambiente. Un tema “green” che si completa con l’utilizzo degli automezzi a batteria, a dimostrazione che l’arte può essere sostenibile e innovativa. Le statue inoltre si girano durante la coreografia cambiando colore.
«Da una parte – aggiunge Peres - abbiamo i soldati cinesi con l’armatura e il fascino marziale dell’antico esercito, dall’altra un’esplosione di eleganza e creatività espressa da tutto il gruppo».—
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