Stangata Iva sul turismo, ristoratori verso la serrata
FIUME. Dalle prime prese di posizione alle concrete iniziative di protesta. Sono quelle che gli operatori turistici del Quarnero e Gorski Kotar stanno organizzando contro la stangata in arrivo sull’Iva. Come noto, dal primo gennaio prossimo l'aliquota Iva nel campo della ristorazione e del turismo potrebbe passare in Croazia dall'attuale 13 al 25%, rendendo il soggiorno al mare (e non solo lungo la costa) più costoso e meno concorrenziale rispetto ai prezzi praticati negli altri Paesi adriatici e mediterranei. La riforma fiscale proposta dal governo guidato da Andrej Plenkovic potrebbe risultare un tragico salasso per il settore.
Dopo la prima reazione espressa a livello nazionale dall’Associazione della ristorazione e del turismo, ora a farsi sentire sono i ristoratori e i lavoratori turistici della Regione quarnerino-montana, che annunciano proteste contro quello che considerano un aumento iniquo e dai gravi contraccolpi. La sezione dei ristoratori e addetti turistici dell'Assoartigiani del Quarnero e Gorski kotar, riunitasi l’altra sera ad Abbazia - 300 le persone presenti - ha deciso così di chiudere per due ore gli esercizi ristorativi in questa regione altoadriatica. Ma «se rimarremo inascoltati - ha detto Dalibor Kratohvil, presidente della sezione - daremo vita a un dissenso più radicale. Prossimamente decideremo la data in cui esporremo il cartello "Locale chiuso". Una cosa è certa: i proprietari di ristoranti, trattorie, pizzerie e altra esercizi non potranno sopportare la maggiorazione dell'aliquota di 12 punti. C'è il rischio che tanti locali chiudano definitivamente».
In questo scenario, Kratohvil ha annunciato la richiesta di un incontro urgente con alti esponenti dei ministeri delle Finanze e del Turismo, mirato a tentare di evitare l'incremento dell'Iva o quanto meno ad arrivare ad un compromesso. Durante la riunione ad Abbazia, che ha visto riuniti ristoratori e dipendenti del settore turistico, tutti si sono dichiarati concordi nel respingere la paventata lievitazione, sulla falsariga di quanto deciso dai loro colleghi della Penisola istriana.
E intanto dal ministero delle Finanze è giunta una stoccata al comparto: Zagabria ha precisato che nel 2013 - anno del calo dell'aliquota dal 25 al 13% - non si è verificata l'automatica riduzione dei costi del 12%. Anzi, in tre anni - è stato fatto notare dal ministero - si è verificato un aumento medio dei prezzi di sei punti percentuali.
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