Stallo sul direttore del Rossetti di Trieste, entrano in campo i “big” romani
TRIESTE Nella soap opera del Teatro Rossetti entrano in scena i pezzi da novanta. Mentre il Consiglio d’amministrazione resta incagliato sulla nomina del direttore e la convocazione della riunione decisiva continua a essere rinviata dal presidente Francesco Granbassi, sono Gianni Letta e Vittorio Sgarbi a muoversi dietro le quinte per caldeggiare la designazione del proprio candidato preferito.
I componenti del cda sono arenati da settimane sui nomi dell’attore Luca Lazzareschi e del regista Luca De Fusco. Nei giorni scorsi Letta e Sgarbi hanno replicato la medesima dicotomia: l’ex braccio destro di Silvio Berlusconi si è mosso negli ambienti politici romani per stimolare un intervento sulle segreterie politiche triestine in favore di De Fusco, mentre il critico d’arte e parlamentare ha chiamato il sindaco Roberto Dipiazza e il presidente della Regione Massimiliano Fedriga per sostenere Lazzareschi. E mentre nulla sembra in grado di far pendere la bilancia verso uno dei due nomi, è possibile che Lega e Comune propongano a questo punto di virare su una terza opzione fra le cinque personalità in campo, dopo la prima scrematura delle 35 candidature pervenute.
Il cortocircuito locale fa discutere anche nella capitale, da dove personaggi influenti intervengono su una questione che non riguarda solo la lontana Trieste, ma uno dei teatri di prosa più importanti d’Italia e la conseguente possibilità di intervenire sui cartelloni e dunque sulla programmazione artistica delle principali produzioni nazionali, che nei tempi di magra dovuti al Covid sono alla ricerca del maggior numero possibile di date per le proprie tournée. Il potere passa anche da qui.
Nulla al momento pare tuttavia muoversi. I componenti politici del cda hanno chiesto al presidente Granbassi di indire una nuova riunione, ma tutto tace. Come noto, Granbassi è l’unico convinto sul nome di Lazzareschi, gradito all’assessore ai Teatri Serena Tonel, mentre De Fusco piace a Forza Italia e Fratelli d’Italia, rappresentati nel cda da Piero Geremia e Nicole Matteoni. Il leghista dissidente Federico Pastor si è invece dapprima espresso per l’attore Alessandro Preziosi e poi si è spostato su De Fusco. Un modo di lanciare un messaggio al Carroccio, dato che, al di là delle dichiarazioni pubbliche, l’avvocato non si ritiene valorizzato con un incarico all’altezza negli enti di nomina politica. La Camera di commercio ha infine dato mandato a Tiziana Sandrinelli di appoggiare la linea che risulterà prevalente.
L’ufficio stampa del Teatro si limita a far sapere che non ci sono ancora convocazioni del cda in programma né ci sono stati incontri negli ultimi giorni. Ciò che i responsabili della comunicazione non possono dire è che non ci sarà alcuna riunione, se prima il nodo non sarà sciolto dai partiti, che nelle ultime due settimane sono stati distratti dalla manovra finanziaria in discussione in Consiglio regionale. Ma a pressare la politica è ora anche il sindaco Dipiazza, stufo del tiramolla sul politeama: «Abbiamo in campo Lazzareschi, De Fusco e Preziosi. Tutti si muovono come sempre e ogni parte porta avanti il suo nome. Io per molti anni ho avuto come direttore il regista Antonio Calenda e mi fido del suo giudizio: l’ho chiamato per fare alcuni ragionamenti sul profilo di questi personaggi. Adesso ho messo alle spalle una lunga serie di impegni e questa settimana mi troverò con l’assessore Tonel per risolvere la cosa».
In modo piuttosto incomprensibile la nomina di una figura tecnica come il direttore del Rossetti è diventata un rompicapo per il centrodestra, nonostante nessuno dei cinque candidati abbia legami politici con l’attuale maggioranza. I componenti del cda assicurano di essersi orientati sulla base del curriculum e probabilmente solo l’impossibilità di trovare un accordo ha trasformato la questione in una prova di forza, in cui nessun partito vuole ormai cedere il passo. Da una parte la Lega con Lazzareschi, dall’altra Fi e Fdi con De Fusco. Per trovare un’intesa e lenire la brutta figura, si deciderà probabilmente di optare per un terzo nome. In ballo ci sono Alessandro Preziosi e i registi Piero Maccarinelli e Paolo Valerio. La Lega ha sempre tenuto in caldo il nome di quest’ultimo come soluzione alternativa a Lazzareschi. —
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