Stalking al femminile: minacce e schiaffi all’ex

Stalking al femminile. Quando è lei a perseguitare lui. La protagonista di questa vicenda ha 48 anni (non riportiamo le sue generalità per impedire che la vittima venga identificata): è accusata dal pm Massimo De Bortoli - che ne ha chiesto il rinvio a giudizio - di aver molestato, picchiato e minacciato in svariate circostanze l’ex compagno fino a farlo praticamente impazzire. Una persecuzione durata per un anno: l’uomo ha dovuto persino modificare le abitudini di vita temendo per la propria incolumità. Insomma, attrazione fatale.
La donna - difesa nel procedimento penale dall’avvocato William Crivellari - effettuava continue telefonate minacciose a qualsiasi ora del giorno e della notte. In pochi mesi gli ha inviato oltre 700 sms. E poiché l’uomo non rispondeva né alle telefonate né ai messaggini, ha messo a segno veri e propri assalti alla sua abitazione, anche di notte. In uno di questi episodi lui si è nascosto in casa tentando di farle credere di essere assente, ma lei è entrata sfondando a calci la porta finestra della veranda. E ha anche danneggiato l’auto sfregiandone la fiancata e infrangendo il fanale posteriore.
Il caso è esploso nell’aprile del 2010, dopo la separazione della coppia. Si è susseguita in poco tempo una sequela di episodi. Una volta, stando all’accusa, di fronte ad altre persone la donna come un ciclone ha affrontato l'ex compagno con epiteti non certo generosi.
Nella lista delle accuse emerse dalle indagini dei carabinieri di Muggia c’è anche un’aggressione. L’uomo a causa dei pugni e degli schiaffoni presi ha subìto un trauma facciale e svariati ematomi: lesioni giudicate guaribili in due settimane. Ma c’è di più. Una sera l’ex fidanzato si è incontrato con due amiche in un locale vicino alla Questura. E quando lei è arrivata si è scatenato il parapiglia.
Qualche giorno dopo è tornata ancora all’attacco a casa dell’ex. Chi era dentro è stato costretto a disattivare l’impianto elettrico per far cessare il suono del campanello. Quando la protagonista di questa vicenda se ne è accorta ha tentato - un’altra volta - di sfondare una porta finestra per entrare in casa. L’uomo che era all’interno, temendo altri danni, ha incautamente aperto. Lei lo ha afferrato per il collo, gli ha strappato la collanina e dopo averlo schiaffeggiato lo ha preso a morsi. Poi, allontanandosi, ha sferrato un calcio al fanale posteriore dell’auto parcheggiata davanti alla casa.
Infine, in un’occasione, ha costretto con le minacce a farsi intestare delle autovetture di proprietà dell’ex sostenendo di essere stata lei a pagarle. Tant’è che l’uomo nella speranza - vana - di togliersela di torno ha acconsentito a effettuare i passaggi di proprietà.
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