Da due anni importunava l’ex compagna: arrestato goriziano

La donna, che lavora in un bar cittadino, era vittima di stalking: era costretta a farsi accompagnare a casa da amici per il timore di incontrarlo. L’uomo non potrà più avvicinarsi alla donna

Francesco Fain
L’attività è stata svolta dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile
L’attività è stata svolta dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile

Non la lasciava in pace. E lei ha vissuto, per due lunghi anni, un incubo ad occhi aperti in un continuo stato di paura e ansia e arrivando, persino, a compromettere lo svolgimento della sua normale vita quotidiana.

Vittima una ultraquarantenne, di Gorizia, che lavora in un locale pubblico della città. Non sono state fornite né le generalità, né le iniziali, a tutela della sua identità.

A renderle la vita difficile l’ex compagno che la importunava. Di continuo. Tant’è che lei, quando si allontanava dal bar, alla chiusura, era costretta a farsi accompagnare da amici o da parenti perché aveva il timore di trovarsi sempre di fronte il suo persecutore.

Un caso di stalking, termine che definisce quel modello comportamentale che identifica le intrusioni costanti nella vita pubblica e privata di una o più persone.

L’arresto in flagranza

Alla fine, tutto è finito nel migliore dei modi, grazie all’iniziativa e alle indagini dei carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile. Sono riusciti, addirittura, ad arrestare “in flagranza di reato” l’ex compagno (un goriziano, pure lui attorno alla quarantina) che era intento ad importunare, per l’ennesima volta, l’ex compagna.

I militari dell’Arma, intervenuti su richiesta di un conoscente, hanno riscontrato un quadro particolarmente difficile: è, infatti, emersa una situazione di continui soprusi, vessazioni, comportamenti minacciosi e ingiuriosi che si protraevano da circa un paio d’anni e mai denunciati, tanto che la vittima era costretta a non effettuare mai da sola gli spostamenti tra casa e lavoro, temendo di essere colta di sorpresa dall’ex compagno.

Il divieto di avvicinamento

Vista la presenza dell’uomo sul posto di lavoro della vittima all’arrivo della pattuglia e la flagranza di reato, il presunto stalker è stato arrestato, come prevede l’attuale normativa relativa ai reati di “Codice Rosso”. Dopo l’udienza di convalida, il Tribunale di Trieste, sezione per il Riesame, ha disposto, per il presunto autore, il “divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima”. Gli atti persecutori avevano finito con l’incutere paura e malessere psicologico nella vittima. È stato rilevato un comportamento indesiderato e intrusivo che è consistito nella persecuzione continua e ossessiva della donna da parte dell’altra persona.

I carabinieri ricordano, in una nota, che in Italia, sulla base della direttiva 2012/29/Ue, sono presenti alcuni servizi specifici per l’assistenza e la protezione delle vittime di reato prima, durante e dopo il procedimento penale. Si tratta dei Centri antiviolenza, presenti anche nell’area dell’Isontino: sono luoghi in cui vengono accolte le donne che hanno subito violenza.

Grazie all’accoglienza telefonica, ai colloqui personali, all’ospitalità in case-rifugio e agli altri servizi offerti, le donne sono coadiuvate nel loro percorso di uscita dal trauma subito.

“Una stanza tutta per sé”

C’è un altro aspetto. Negli spazi della Compagnia carabinieri di Gorizia ma anche della Compagnia di Monfalcone, nell’ambito del progetto “Una stanza tutta per sé” avviato dal Soroptimist International d’Italia e dal Comando Generale dell’Arma dei carabinieri, sono attive le stanze per le audizioni protette delle vittime di abusi e violenze.

«È peraltro doveroso rammentare - continuano i militari dell’Arma nel comunicato stampa - che il procedimento in questione si trova ancora in fase, seppure avanzata, di indagine. Le persone indagate hanno diritto a non essere considerate/indicate colpevoli sino a quando la colpevolezza non sia stata accertata con sentenza o decreto di condanna irrevocabili». —

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