Stagione delle zecche in Carso: come difendersi

Oggi nell’aula magna di via Filzi conferenza di Marina Cinco docente a Farmacia sul rischio delle malattie. Contro la Tbe disponibile il vaccino

Non c’è ancora il caldo primaverile ma la paura delle zecche è già ben presente e quest’anno dopo un inverno mite gli esperti prevedono che il Carso ne sarà invaso. Non tutte portano malattie, ma alcune specie infettate sì. Per correre ai ripari è meglio informarsi e oggi ci sarà la possibilità di ascoltare una relazione specialistica.

Alle 17.30 nell’aula magna della ex Scuola interpreti di via Filzi 14 sarà Marina Cinco, docente al dipartimento universitario di Scienze chimiche e farmaceutiche, e autrice anni fa della prima “mappa” della diffusione delle zecche sul territorio regionale, a tenere una relazione divulgativa dal titolo “Rischio zecche e patologie correlate”. Il tema è già stato proposto in un corso di formazione per farmacisti nel ruolo di “operatori sanitari”, ma l’argomento è di tale importanza per tutti che l’Università ha deciso di riproporlo in un incontro aperto al pubblico. Quali sono le caratteristiche delle zecche e le loro aree di diffusione? Quali le misure di prevenzione?

“La borelliosi di Lyme e altre malattie trasmesse da zecche nella Regione Friuli Venezia Giulia e nel Carso triestino” era il titolo della lezione per i farmacisti che oggi si replica.

Nelle aree boschive e verdi del territorio regionale ricompare dunque “Ixodes ricinus”, vettore di importanti malattie infettive, come la borreliosi di Lyme e l’encefalite da virus Tbe. Verranno illustrate le caratteristiche biologiche e comportamentali di queste zecche a diffusione europea, come pure la loro distribuzione nei diversi ambienti fitogeografici del Friuli Venezia Giulia, e a Trieste.

La malattia di Lyme è causata da “Borrelia burgdorferi”, una spirocheta ospitata da “Ixodes ricinus” e assunta durante il pasto di sangue da ospiti “riserva” selvatici, quali topolini e altri micromammiferi. Il primo sintomo che segnala l’esordio della malattia è l’eritema cronico migrante, lesione cutanea che si sviluppa attorno al morso dell’artropode. Se non prontamente diagnosticata e curata con i rispettivi antibiotici, l’infezione può progredire verso sintomatologie cronicizzanti che interessano non soltanto la cute, ma anche il sistema nervoso (meningoradicolite e paralisi), cardiaco (blocco atrioventricolare) e, soprattutto, le articolazioni (artrite). È quindi importante individuare subito l’infezione per prevenire i mali conseguenti, che possono non rispondere più alla terapia. Non è disponibile alcun vaccino, anche se è in fase di avanzata sperimentazione un vaccino “europeo” per tutte le varianti di Borrelia.

Per prevenire il morso della zecca è quindi fondamentale indossare indumenti chiari e calze, non stazionare su erba e sottobosco, utilizzare repellenti, controllare gli animali da compagnia. Importante un’ispezione dopo le escursioni, con la rimozione delle eventuali zecche. Anche falciare i prati aiuta: “Ixodes” teme il sole. Le stesse misure preventive sono applicabili nei riguardi dell’encefalite Tbe che, prevede però anche un vaccino ben collaudato. «È proprio con la vaccinazione che l’incidenza dei casi di Tbe comparsi nell’alto Friuli fin dal 2003 sono significativamente diminuiti - afferma Cinco -, una adeguata vaccinazione di chi frequenta le aree a “rischio zecche” è quindi il provvedimento più auspicabile. Applicato a suo tempo in Austria e successivamente in Slovenia, ha abbattuto l’incidenza di questa malattia».(g. z.)

Argomenti:zecche difese

Riproduzione riservata © Il Piccolo