Srebrenica, il premier serbo preso a sassate
Il premier serbo Aleksandar Vucic è stato contestato oggi da gruppi di musulmani al cimitero di Potocari, presso Srebrenica, durante le commemorazioni solenni per i vent'anni del massacro di 8mila musulmani da parte delle truppe serbo-bosniache di Ratko Mladic. Quando Vucic con il resto della delegazione serba ha fatto ingresso al cimitero, si sono levate salve di fischi e cori di disapprovazione, mentre è stato applaudito l'ex presidente americano Bill Clinton, che poco prima era stato accolto dalle Madri di Srebrenica. Su un lato della collina dove riposano migliaia di musulmani massacrati è stato inoltre esposto uno striscione con la scritta "Per ogni serbo, 100 musulmani uccisi", la frase che usava pronunciare Vucic quando era ministro del governo presieduto da Milosevic.
Un gruppo di musulmani al cimitero ha anche tentato di aggredire Vucic che a quel punto è stato portato via dalla sicurezza. Il capo della comunità islamica Husein Kavazovic, che stava per iniziare l'orazione funebre per i 136 neo-identificati, ha ammonito la folla di «mantenere la dignità nel dolore e non permettere il trionfo di chi ha causato tale dolore: voltate la testa da quelli che sono qui per vari motivi - ha detto - è ora della preghiera».Per l'Italia era presente la presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha parlato alla cerimonia solenne e ha poi deposto fiori al memoriale che ricorda i musulmani trucidati dai serbi.
Più tardi il sindaco di Srebrenica Camil Durakovic ha chiesto pubblicamente scusa a Vucic e al popolo della Serbia: l'incidente «è stato una grande delusione per noi, una macchia che ha fatto più male a noi che a Vucic, in questo luogo santo», ha detto Durakovic . Forse «non siamo popoli maturi», ha detto ancora il sindaco affermando che la presenza di Vucic alla commemorazione era intesa come «un passo avanti verso la riconciliazione».
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