Squalo elefante, carcassa nelle acque di Cantrida

L’animale, lungo oltre cinque metri, trainato a riva da una ditta specializzata
Uno squalo elefante (archivio Corbis)
Uno squalo elefante (archivio Corbis)

FIUME. Tonni, squali pericolosi - o potenzialmente tali per l’uomo - delfini, specie esotiche, balene e l’altro giorno anche uno squalo elefante. Le acque del golfo di Fiume brulicano di creature marine che fanno la gioia di ambientalisti e biologi. L’altro pomeriggio alcuni passanti hanno avvistato in mare la carcassa di uno squalo elefante (Cetorhinus maximus), specie completamente inoffensiva per l’uomo – si nutre infatti soltanto di plancton – e che si trovava nelle acque che bagnano il rione di Cantrida (Borgomarina ai tempi dell’amministrazione italiana). Sono state avvisate l’Autorita’ portuale e l’azienda specializzata Dezinsekcija. Un battello di quest’ultima ditta ha provveduto a trainare l’enorme corpo dell’animale, lungo cinque metri, in un’area isolata dove è stato distrutto.

Gli esperti non hanno saputo dare una spiegazione alla morte di questo esemplare di squalo elefante, che sarà finito a Cantrida trascinatovi dalle correnti marine.

La carcassa era ormai in stato di putrefazione ed è molto probabile che il bestione sia deceduto a parecchie miglia di distanza. Va aggiunto che la presenza di questa specie è abbastanza rara nell’Adriatico settentrionale, anche se negli ultimi anni gli avvistamenti si sono fatti più frequenti, specie al largo delle coste occidentali dell’Istria dove sono stati visti gruppi composti da diversi esemplari.

In Croazia lo squalo elefante è tutelato da leggi molto severe che ne proibiscono il disturbo, il maltrattamento e la pesca. Non mancano però episodi in questo senso di crudele inciviltà: un paio d’anni orsono un delfino – altra specie rigorosamente protetta nel Paese – era stato arpionato sul dorso probabilmente da un pescatore subacqueo ed era stato visto nuotare per giorni poco a meridione dell’isola di Ulbo (Olib), nell’arcipelago di Zara. Il cetaceo era stato fotografato da esperti che poi, qualche settimana dopo, avevano notato con sollievo che l’asta non c’era più e l’animale si muoveva in apparenza sano. (a.m.)

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