Spunta in Slovenia e Croazia l’ultradestra sovranista

TRIESTE Da Christchurch a Vienna, da Vienna a Lubiana, il filo che lega i sovranisti radicali si snoda attraverso il web e non solo. Se Brenton Terrant il killer neozelandese avrebbe donato 1.500 euro al leader sovranista austriaco Martin Sellner che lo ospitò a casa sua dopo essere atterrato all’aeroporto di Lubiana, Sellner, a sua volta, sembra collegato alla ala radicale dei sovranisti sloveni ossia la “Generacija identitete” (Generazione identitaria) che molte volte Ha retwettato messagi lanciati dal Movimento austriaco capitanato propri da Sellner. Ma c’è di più: Žan Mahnič, un deputato del Partito democratico (Sds) dell’ex premier Janez Janša (centrodestra), ha gesticolato in Parlamento con in mano il libro-bibbia “Manifest za domovino” (Manifesto per la patria) della Generacija, libro che è stato stampato dalla casa editrice il cui proprietario è proprio la Sds. E Sellner ha ringraziato lo stesso Janez Janša in un video postato su youtube per i retweet dei suoi messaggi.
I membri di Generacija, al contrario di quanto avviene in Francia o in Austria, non ama mostrare i volti dei propri leader e agisce in segretezza. La polizia slovena comunque sostiene di «tenerli costantemente sotto controllo e di non aver ravvisato finora alcun comportamento fuori legge». Ma a tale riguardo il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega alla sicurezza nazionale Damir Črnčec afferma che nel Paese sussistono tre forme di estremismi: quello di destra, di sinistra e quello islamico. Ma se per quanto riguarda il terrorismo islamico la legislazione slovena è ben attrezzata, altrettanto non si può dire per gli altri due estremismi in quanto manca di fatto una definizione di che cosa costituisca un estremismo pericoloso e contro la legge del Paese. Lo dimostra la recente condanna a otto mesi di reclusione per «incitamento al mutamento violento dell’ordine costituzionale» del leader della Štajerska Varda (Guardi stiriana) Andrej Šiško. La prima di questo genere dopo che era stato reso pubblico il video di decine di paramilitari con il viso celato, in marcia sulle montagne sopra Maribor guidate proprio da Šiško il quale, peraltro si è presentato come candidato di Slovenia Unita (estrema destra) alle presidenziali ricevendo il 2,2% dei voti. E anche alle europee di maggio gli estremisti sovranisti si presenteranno con la lista Domovinska Liga (Lega patriottica) il cui capolista sarà Bernard Biščič ex sottosegretario alla presidenza del consiglio nel governo Janša. I legami pericolosi ci sono tutti.
Dove invece l’estremismo sovranista è quasi di casa è la Croazia, Paese dove la destra è di casa fin dalla sua indipendenza guidata dal defunto generale Franjo Tudjman, fondatore della Lega democratica croata (Hdz) che è sempre stata al governo tranne che in due legislature. Croazia che negli ultimi mesi è stata bacchettata anche dal Consiglio europeo per la sua eccessiva tolleranza verso movimenti neonazisti e negazionisti soprattutto di quanto accaduto nel campo di sterminio di Jasenovac ai tempi del “poglavnik” Ante Pavelić contro ebrei, serbi e rom.
E così il partito dei Sovranisti croati si presenterà alle europee con la sua leader Ruža Tomašić che è convinta di portare a casa due seggi all’Europarlamento. «Credo che faremo bene - sostiene Tomašić - che possiamo ottenere due deputati. Credo che le persone siano stufe di promesse, menzogne, furti e nepotismo». «Con questo - ha concluso - inizia la lotta per una migliore, più giusta Croazia». I sovranisti sostengono che la Croazia non è pronta ad aderire all’Eurozona fino a quando non ridurrà il debito e le spese pubbliche. Sostengono il controllo delle frontiere all'interno del quale lo Stato può decidere chi e in quali condizioni entrerà in Croazia.
E vogliono bloccare l'adesione all'Ue della Serbia fino a quando Belgrado non pagherà i danni per l’aggressione serbocetnica alla Croazia e fino a quando la Serbia non riconoscerà tale aggressione. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo