Spunta il raggiro del falso vaglia online tre denunce e migliaia di euro volatilizzati

Tre denunce. Migliaia di euro “sgraffignati”. A Gorizia sta prendendo piede un nuovo tipo di truffa telematica, particolarmente odiosa. A lanciare l’allarme la Polizia postale. Una sorta di avviso ai naviganti (in rete).
Come funziona il raggiro? Caio (la vittima) mette in vendita su Internet, ad esempio, il suo vecchio smartphone per 300 euro. Viene contattato da Tizio (il truffatore) interessato all’acquisto: di solito capita durante il weekend quando banche e uffici postali sono chiusi e, quindi, risulta più difficile ottenere informazioni attendibili. Il potenziale acquirente propone di pagare mediante vaglia postale online ma Caio dice di non avere un conto corrente postale. Allora Tizio lo tranquillizza dicendo che non è necessario. «Basta avere un bancomat o una carta di credito e recarsi in uno sportello bancomat di un qualsiasi ufficio postale». Caio, perplesso, dice che non ha mai fatto un’operazione del genere ma Tizio nuovamente lo tranquillizza dicendogli che lo guiderà telefonicamente durante tutta la procedura. Caio, felice dell’imminente arrivo del denaro, si fa aiutare dal truffatore. «Inserisci il bancomat o la carta di credito», il suo invito. Lo guida, poi, nelle operazioni da eseguire suggerendo pure i pulsanti da cliccare sullo schermo dello sportello bancomat. «Inserisci l’importo di 300 euro» e gli detta anche il codice di quello che dovrebbe essere il fantomatico vaglia online che Caio sta aspettando di incassare. Se Caio durante la procedura ha qualche minimo dubbio, Tizio è prontissimo a tranquillizzarlo con frasi del tipo «Fidati, in questo modo potrai avere immediatamente i soldi che ti sto mandando sulla tua carta». Caio decide di completare la procedura pigiando il tasto “Esegui”, ignorando gli avvisi che gli compaiono sullo schermo del Postamat e fidandosi ciecamente di Tizio che è simpatico e ha un tono rassicurante.
Poste Italiane, interpellata dalla Polizia postale, ci tiene a sottolineare che questa procedura nulla ha a che vedere con la vera prassi del vaglia postale. Ed infatti ben presto Caio si accorgerà che, invece di ricevere denaro, i 300 euro sono usciti dal suo conto corrente per andare a finire sulla carta PostePay del truffatore: carta il cui numero è proprio quello che Tizio gli ha dettato, dicendogli che era il numero del suo vaglia in ingresso.
Negli ultimi giorni ci sono stati tre casi denunciati a polizia e carabinieri, con importi che in un caso sono stati ben più alti dei 300 euro, anche perché si trattava dell’anticipo per il finto acquisto di un’auto. Inoltre, nelle compravendite di questo tipo e anche per oggetti di poco valore, spesso il finto compratore invia via mail o via WhatsApp copia di documenti personali quali carta d’identità e codice fiscale, chiedendo al venditore di fare altrettanto. Questo, vistosi arrivare i documenti dell’altra persona, abbassa ulteriormente la guardia inviando a sua volta le foto della propria carta d’identità, ignaro del fatto che i documenti che gli sono arrivati non sono del finto compratore, bensì di un’altra persona al quale erano stati precedentemente “carpiti” con il medesimo stratagemma. Documenti personali che adesso il truffatore utilizzerà, con la nuova identità appena rubata online, per attivare una Sim telefonica con la quale telefonerà alle vittime e per aprire un conto corrente dove si farà recapitare denaro dai malcapitati.
La Polizia, nel ribadire di non spedire mai copia dei propri documenti personali in nessuna trattativa di compravendita tra privati su Internet, nel caso che l’invio dei propri documenti sia già avvenuta, consiglia di farsene rilasciare di nuovi, in quanto quelli spediti potrebbero essere già compromessi.
Sui portali di compravendita sul web si fanno spesso ottimi affari ma l’attenzione deve rimanere sempre molto alta: meglio comprare o vendere da un soggetto in zona, incontrandosi di persona sia per visionare l’oggetto sia per effettuare il pagamento. —
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