Spunta il “mostro” taglia-code Salvo per miracolo un gatto
È in azione in città il “mostro” taglia-code. Ne ha fatto le spese per ultimo un gatto trovato agonizzante, con le zampe posteriori inerti, la coda tranciata di netto, una vertebra esposta. A soccorrere l’animale sono state le volontarie dell’associazione “Gati de Monfalcon”. Il micio, seviziato in pieno centro, è un maschio già sterilizzato dal bel pelo bianco e grigio, uno dei felini della colonia di via Pacinotti che, per esorcizzare il crudele gesto di cui è rimasto vittima, è stato ribattezzato Codino. Ora l’animale si trova in terapia antibiotica, dopo un delicato intervento che, almeno per il momento, gli ha salvato la vita.
Ma è ancora presto per dire se si ristabilirà completamente o vedrà compromessa la propria capacità motoria. Di certo si è salvato solo grazie all’assistenza delle volontarie e all’abilità della veterinaria che l’ha operato e che sull’episodio non ha dubbi: le ferite riscontrate sull’animale sono state provocate dalla crudeltà di qualcuno. Insomma, non si è trattato di un incidente: qualcuno ha di fatto “ghigliottinato” l'estremità flessuosa del gatto. Lo si evince dalle radiografie e dalla natura del taglio: troppo netto per essere frutto di casualità.
Ma il peggio è che non si tratta di una sevizia isolata. Alcune settimane fa era stato denunciato un episodio di crudeltà nei confronti di una gattina in via Parini, poi spartita nel nulla. Senza contare le sparizioni senza motivo di altri gatti appartenenti alle svariate “colonie” seguite e accudite dai volontari. «“Purtroppo – spiega la presidente dei “Gati de Monfalcon”, Laura Turel Cadenaro – se il micio non viene catturato subito e portato dal veterinario, l’infezione prosegue, alimentato dall’attecchimento delle larve, e il decesso è scontato. Abbiamo trovato Codino sabato sera – prosegue – era tutto imbrattato di sangue, aveva le zampe tese, la coda completamente mozzata alla radice: non ho mai visto nulla del genere».
E spesso l'intolleranza si manifesta anche nei confronti di chi cura questi animali: di recente, come racconta Cadenaro, una volontaria anziana e cardiopatica è stata “innaffiata” dalla pompa da giardino di un cittadino che, evidentemente, non gradiva tale operato, portato avanti dalla donna da ben 10 anni. Sul posto è intervenuto anche il 113. «Ritengo che sia importante segnalare questi episodi vili – prosegue la presidentessa dei “Gati de Monfalcon” -, per far emergere i comportamenti crudeli: illeciti perpetrati ai danni di povere bestiole. E per ricordare agli umani che gli animali, gatti compresi, sono protetti dalla legge e solo con l'intervento di tutti noi, cittadini civili, non succederanno più episodi ignobili come quello accaduto in una colonia di Monfalcone, quella di via Pacinotti, presente dal 2003». «Episodi del genere – conclude - succedono in una città che si reputa civile e non lo è. Un appello ai politici: non parlate solo di integrazione, ma parlate anche di rispetto dell’ambiente e degli animali che dell’ambiente fanno parte».
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