Sprint verso l’accordo di programma per gestire la partita di Porto vecchio

Comune, Regione, Authority pronti a definire pure lo statuto della nuova società Ursus. Al Municipio oltre il 50% delle quote
Il porto vecchio di Trieste
Il porto vecchio di Trieste

TRIESTE Evaporate le ferie, Santi Terranova, Gianfranco Rossi, Mario Sommariva stanno riaprendo le rispettive agende di capi-macchina amministrativi rispettivamente comunale, regionale, portuale: c’è un impegno che a mo’ di filo rosso collega il loro calendario e riguarda il varo del consorzio “à trois” per la rigenerazione urbana e la riqualificazione di Porto vecchio. Tutti e tre gli attori sono ora legittimati a procedere.

Più esattamente, la società consortile, che sarà costituita secondo il modello Coselag (il successore dell’Ezit per intenderci) e che si chiamerà Ursus, si occuperà di collocare sul mercato una quarantina di magazzini e hangar, che sorgono nella parte centrale del Porto vecchio, tra il “villaggio Greensisam” e il polo museale-fieristico-congressuale. Una trentina di ettari, che rappresenta più o meno la metà dell’area sdemanializzata.

Stallo sul Porto vecchio di Trieste: accordo di programma ancora fermo al palo
Lasorte Trieste 11/05/18 - Porto Lido, Parco del Mare, Sopralluogo, Fedriga, Dipiazza, Paoletti


Difficile stimare il possibile incasso perché tutto dipenderà dalla congiuntura immobiliare e dal “sentiment” degli investitori. Bisogna valorizzare gli asset, tessere le relazioni, bandire le gare, ecc. Non sarà un lavoro di poco momento.

La sequenza preparatoria della società consortile prevede - seguendo la logica dell’emendamento approvato un mese fa dal Consiglio regionale nel quadro dell’assestamento estivo di bilancio - un accordo di programma e l’approvazione della bozza di statuto, che è stata predisposta dal Comune e consegnata ai due partners. L’accordo di programma - ritmava l’emendamento regionale - detterà indirizzi, finalità, tempi di costituzione della società consortile. L’idea-base è che il Municipio detenga la maggioranza della compagine azionaria con una quota superiore al 50%, mentre Regione e Autorità portuale si spartiranno equamente l’altra porzione. L’emendamento regionale indicava esplicitamente in 100 mila euro il limite massimo dell’intervento da parte della giunta Fedriga.

Il primo atto rilevante, in termini di pianificazione, risale al novembre dello scorso anno, quando la giunta approvò la delibera di indirizzo, che individuava i cosiddetti quattro sotto-sistemi in cui venivano ripartiti i 65 ettari di Porto vecchio, cioè «misto, moli, museale-congressuale, ludico-sportivo». Non va dimenticato che, se l’intera parte a terra del Porto vecchio è competenza urbanistica municipale, la parte a mare è prerogativa pianificatoria e concessoria dell’Autorità, quindi è determinante per l’investitore avere un quadro chiaro degli strumenti e degli interlocutori che governeranno l’area. —


 

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