Sprechi al Verdi, indaga la Corte dei conti

I documenti del teatro acquisiti dal pm dopo la denuncia di “artisti e maestranze delle Fondazioni”
Di Corrado Barbacini
BRUNI TRIESTE 16 11 10 Prima del teatro Verdi-La Traviata
BRUNI TRIESTE 16 11 10 Prima del teatro Verdi-La Traviata

TRIESTE. Le gestioni “sprecone” del teatro Verdi sono finite nel mirino della Corte dei conti. Il procuratore Maurizio Zappatori ha disposto l’acquisizione di tutta la documentazione relativa alla denuncia pubblica di “Artisti e maestranze tutti delle Fondazioni-lirico sinfoniche” in cui sono citati specifici episodi di spreco di denaro pubblico all’indomani della presa d’atto che sono in programma ulteriori tagli per 3,5 milioni per non far chiudere la Fondazione commissariata.

La denuncia parla di scene e costumi commissionati ad artisti come Giò Pomodoro, Renato Guttuso, Giorgio De Chirico, di cantanti lirici strapagati: «50 milioni di lire a sera per una Tourandot, 30 per un Calaf che non portava a termine l’opera, e ben 5 per dire una frasetta di pochi secondi». Nella denuncia si fa riferimento anche all’«assunzione di 8 portieri per teatri in cui ne bastavano 2, 10 addetti stampa quando ne bastavano 3, e 20 ragionieri quando ne bastavano 5. Hanno permesso ad alcuni agenti senza scrupoli di fare il bello e il cattivo tempo, probabilmente anche in questo caso per personali tornaconti economici, se non per mera cecità e incapacità gestionale».

Ma c’è di più. In questa presunta sprecopoli si parla di «decenni di indennità di trasferta corrisposta in teatri senza sede perché il restauro trentennale, quando il teatro di ripiego era a 500 metri dalla sede naturale». E di «allestimenti miliardari che non potevano in alcun modo essere ammortizzati» e di «coproduzioni di spettacoli inamovibili da un teatro all’altro». I finanzieri del nucleo controllo spesa pubblica cercheranno negli archivi del Verdi contratti, lettere, delibere e mandati di pagamento. Poi i dati saranno incrociati per capire se la spesa sostenuta con il denaro pubblico era congrua, adeguata al tipo di teatro, ma anche alle norme di corretta e oculata gestione finanziaria che devono essere adottate in un ente pubblico. Perché solo dopo la verifica potrà emergere nella sua complessità il quadro della situazione.

L’inchiesta, va sottolineato, è per ora contro ignoti. Nessuna persona è nel mirino, nessuna indagata. Ma è chiaro che una volta avuta la conferma di quanto denunciato, diventerà un gioco da ragazzi risalire a chi ha disposto i pagamenti, effettuato assunzioni “allegre” o addirittura incaricato cantanti lirici di grido quando i bilanci non lo avrebbero consentito. Anche perché a fine febbraio il sindaco Roberto Cosolini ha annunciato, di fronte al disastro finanziario del Verdi, di volere aumentare il contributo del Comune del 40%. Ora la procura della Corte dei conti vuole vederci chiaro sulle gestioni “sprecone” del Verdi.

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