«Spostiamo il punto franco all’autoporto di Fernetti»
La Zona franca è utile, ma nei punti giusti. Per esempio a Fernetti o nel Porto industriale per attrarre e sviluppare l'industria manifatturiera. Parola di Enrico Samer, protagonista, assieme agli altri soggetti coinvolti, del rilancio dell'Autoporto con l'attivazione del servizio ro-la (camion sui treno), che sta contribuendo a decongestionare importanti aree del Porto di Trieste. Una richiesta precisa - quella di spostare a Fernetti il Punto franco - avanzata a chi di dovere (si suppone Autorità portuale e amministratori locali per il sollecito alla Prefettura) proprio nel corso della presentazione di nuova fase di sviluppo per Fernetti e le sue aree.
Ma a cosa servirebbe una simile agevolazione sul Carso, nell'area concepita per la sosta e il passaggio dei Tir? «Con il Punto franco a Fernetti si potrebbe sviluppare maggiormente l'intera area. Al di là dei nuovi traffici però, va detto che per quanto riguarda l'Autostrada del mare (traghetti da Trieste alla Turchia, ndr), le strutture dell'Autoporto sono importanti – spiega Enrico Samer, a capo dell'omonimo gruppo di società - ma al momento il loro utilizzo è limitato a quanto è stato fatto (spostare gli imbarchi dei camion sui treni verso Salisburgo, ndr). Se ci fosse una Zona franca, quindi al di fuori dei confini doganali europei, potremmo spostare i rimorchi privi di motrice e farli sostare lì. Il tutto con un costo bilanciato, di fatto, dai benefici che avrebbero i camionisti nel trovare il trailer direttamente a Fernetti, decongestionando ancora di più il traffico in porto. Una volta collocati i rimorchi a Fernetti, inoltre, sono sicuro che si consoliderebbe anche un certo traffico annesso, magari in magazzini coperti».
Ma un punto franco a Fernetti significa spostarlo da uno degli attuali siti, soprattutto da Porto Vecchio, dove in tanti sostengono sia ormai inutile. «Si potrebbe ampliare uno di quelli esistenti, oppure spostare da un'altra area se la si vuole liberare. Credo comunque – prosegue Samer – che entrambe le operazioni si possono fare senza grossi problemi, essendo l'altipiano carsico sottoposto alla stessa Prefettura». Da due mesi, dopo l'apertura del raccordo ferroviario, grazie all'intervento si Alpe Adria (società di logistica per lo sviluppo dell'intermodalità del porto di Trieste), a Fernetti sta operando il ramo commerciale delle Ferrovie austriache (Rai cargo Italia e Okombi) con risultati decisamente incoraggianti: più di 4000 treni dall'11 febbraio. L'imprenditore, conosciuto in città soprattutto per l'attività di agenzia con i traghetti turchi, non fa mistero di perseguire anche un altro obiettivo, da più parti definito interessante soprattutto per le ricadute occupazionali. Si tratta della volontà di portare sul territorio industria manifatturiera, e quindi manipolazione di merci, in regime di Punto franco. «E' uno dei punti più importanti da sviluppare per questo genere di regime agevolato, sul quale si sta cercando di lavorare, stiamo valutando se è possibile fare qualcosa nell'area del cosiddetto Porto industriale – spiega ancora Samer – e più precisamente sul lato del canale navigabile verso Muggia, area dove si potrebbe ampliare il punto franco. Per quanto riguarda il Porto vecchio, io credo che dipenda dal tipo di richieste che ci saranno. Ad ogni modo ritengo sarebbe utile poter disporre del punto franco in aree come Fernetti o come la Stazione di Prosecco, sugli spazi appena acquistati dall'Autorità portuale».
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