Spostano il masso antico per fare spazio ai tavolini del bar
SPALATO. Hanno agito con il favore delle tenebre, in quattro, dedicando una “attenzione” particolare a un grande blocco di antica pietra, portato via o semplicemente spostato con un sollevatore a forchetta. È accaduto a Spalato, all’interno del Palazzo di Diocleziano, nel bel mezzo del Peristilio a quell’ora deserto. I quattro sono stati però fotografati da uno spalatino senza che se ne accorgessero. Il cittadino ha poi consegnato l’istantanea al quotidiano locale Slobodna Dalmacija, che l’ha pubblicata parlando di grave furto ai danni del patrimonio storico di Spalato. È stata informata la polizia, che ha fatto scattare le indagini.
Ma a gettare acqua sul fuoco dell’indignazione sono stati i responsabili del Dipartimento di Conservazione di Spalato, spiegando che non si tratta di furto, ma del comportamento dei proprietari di bar presenti nel Peristilio che rimuovendo i plurisecolari blocchi di pietra mirano a guadagnare qualche metro quadrato in più per gli spazi esterni dei loro esercizi. “Spostando la storia”, insomma, si ricava una maggiore superficie, qualche tavolino e qualche seggiola in più che magari si traducono in maggiori guadagni. Ne è convinto il direttore del Dipartimento, Radoslav Bužan›i„: «Ogni pietra è catalogata e in regime di tutela da parte del Museo civico di Spalato. Abbiamo controllato attentamente al Peristilio e non manca nulla. Il blocco fotografato non è stato trafugato, ma trasferito un paio di metri più in là rispetto alla posizione originale. Facendo così, il titolare di uno dei bar situati in quest’area storica ha potuto dotarsi di un tavolino in più con annesso ombrellone. La nostra speranza è che polizia e guardie comunali sappiano essere efficaci, neutralizzando l’andazzo».
Chiamati a commentare, i responsabili del Dipartimento di Conservazione di Ragusa (Dubrovnik) hanno affermato che una cosa del genere non è mai accaduta nella città di San Biagio. «A Ragusa ci si impegna soprattutto nella prevenzione, con controlli a tappeto, altrimenti sarebbe tutt’altra musica». (a.m.)
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