«Spostamento punti franchi: alibi caduti su Porto Vecchio»

Antonione, Menia e Rosato hanno illustrato la risoluzione parlamentare in Municipio. L’ex sottosegretario: «Resistenze nel mio centrodestra»
Di Gabriella Ziani
Silvano Trieste 21/07/2012 Salotto Azzurro, conferenza stampa
Silvano Trieste 21/07/2012 Salotto Azzurro, conferenza stampa

Il pronunciamento tecnico del governo in commissione Esteri sulla facile spostabilità dei punti franchi triestini ha fatto dire ai parlamentari che lo hanno chiesto e ottenuto in accordo trasversale fra loro e col sindaco che «ora non ci sono più alibi per Porto vecchio, si proceda e presto alla sua riqualificazione: agiscano tutte le istituzioni, e aprano il portafoglio i concessionari, la comunità ora passa all’incasso». E, tra Roberto Antonione (Pli-Gruppo misto), Ettore Rosato (Pd) e il sindaco Roberto Cosolini di centrosinistra, il più duro sulla questione è stato, nella conferenza stampa indetta ieri in Comune per illustrare questo risultato politico, Roberto Menia, l’ex An e ex Pdl ora di Fli che si è scagliato contro i locali rematori al contrario: «La parte più arretrata di Trieste la trovo purtroppo dalla parte mia, nel centrodestra: che cosa significa quella bizzarra raccolta di firme fatta dall’Autorità portuale nel corso del convegno sul Porto vecchio, come immediata risposta al parere da noi ottenuto sui punti franchi, e solo per ribadire quanto sia importante mantenere le cose come stanno? Una raccolta di firme cui plaude Antonio Paoletti, il presidente della Camera di commercio, dall’alto della sua 27.a carica pubblica...». Secondo Menia «attorno al Magazzino 26 palpita uno sconvolgente respiro di morte, chi vede questo Porto vecchio - ha aggiunto - ci dice se siamo pazzi...».

Antonione ha riassunto le ragioni storico-politiche che danno per superata l’intangibilità dei punti franchi nel vecchio scalo, e sottolineato (come gli altri due deputati) l’importanza del lavoro comune e non ideologico sull’imperdibile partita, ricordando come tanti investimenti siano andati già persi proprio per l’ostacolo costituito dai punti franchi. Rosato ha sfidato il tema oggetto di latente ma evidente contesa: «Quando vedrò il primo investitore arrivato a sfruttare quel punto franco sarò stupito, in 50 anni non ne abbiamo avuto neanche uno. Si difende uno strumento quando si dimostra utile nei fatti, non al contrario per appena cercare chi ne veda l’utilità, perché allora è atto pretestuoso. Porto vecchio è prezioso, assai appetibile per investimenti». Cosolini ha ringraziato i deputati: «C’era bisogno di una conferma istituzionale». Antonione ha avvertito: «Parere stilato dall’Ufficio del contenzioso diplomatico, dunque non cambia coi cambi di governo».

Ma a chi la prima mossa nei confronti del prefetto per spostare il punto franco? E come si conciliano gli auspici di queste stanze con quelli di altre? I parlamentari: «Comune e Autorità portuale dovrebbero farlo in accordo. In tutti i casi - è stata la conclusione - è al sindaco che spetta l’azione. Peraltro, il compito sarebbe soprattutto degli stessi concessionari...».

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