Sportello unico doganale: il Porto taglia tempi e costi
È partita la sburocratizzazione del porto, arma che Trieste deve affilare se vuole essere concorrenziale rispetto agli scali vicini e se intende addirittura lanciare la sfida a quelli del Nord Europa. La partita si gioca su almeno tre campi: Sportello unico doganale, Port managment information system (Pmis) legato alle pratiche amministrative di arrivo e partenza delle navi, e Sinfomar, piattaforma software che collega i porti del Nord Adriatico. Lo Sportello unico doganale è partito anche se un ultimo incontro informativo è in programma il 20 marzo alla Centrale idrodinamica e alcuni degli operatori più tradizionalisti sono un po’ diffidenti sul suo utilizzo. «Tutti i documenti vengono inviati a un unico indirizzo telematico dopo essere stati eventualmente scannerizzati - spiega Ampelio Zanzottera, segretario dell’Astra, associazione che riunisce gli spedizionieri del porto - addio dunque al fattorino che portava le carte facendo varie strade in scooter o a piedi. Taglio dei tempi significa soprattutto taglio dei costi». Dalla Dogana al veterinario, dall’Azienda sanitaria alla Finanza, alle pratiche per le merci possono essere interessati fino a 16 enti diversi (non tutti per il medesimo trasporto) ed è chiaro dunque il vantaggio che si ha con lo Sportello unico. «Ma c’è di più - aggiunge Zanzottera - nell’ambito di “Destinazione Italia” è stato convertito in legge un decreto sullo sdoganamento veloce che fissa anche i tempi massimi di attesa per le procedure: un’ora per il controllo dei documenti, 5 ore se si effettua anche la visita delle merci, tre giorni se vi è anche un prelievo di campioni.»
«È indispensabile snellire le procedure e stabilire regole certe - puntualizza Pietro Busan, presidente degli agenti marittimi del Friuli Venezia Giulia - e in questo senso oltre allo Sportello unico doganale un notevole aiuto lo darà il Port managment information system che viene impiegato dal personale della Capitaneria di porto per l’informatizzazione delle pratiche amministrative relative all’arrivo e alla partenza delle navi. È al via la seconda fase della sperimentazione per la quale Trieste è, assieme a Ravenna, Genova e Napoli, uno dei quattro porti italiani prescelti a livello europeo.»
Tutti i terminal dello scalo triestino potranno avvantaggiarsi grazie a queste innovazioni, ma uno scatto in avanti potrebbe farlo soprattutto il Molo Settimo che l’anno scorso ha stabilito il proprio record movimentando 458mila teu. «Tutto ciò che velocizza e toglie burocrazia dalle pratiche per il traffico marittimo è benvenuto - afferma Fabrizio Zerbini presidente di Tmt, la società che gestisce il terminal - lo Sportello unico doganale di certo contribuirà a renderci più competitivi anche in considerazione del fatto che gli altri Paesi europei già ce l’hanno. Lo stesso discorso vale per il Sinfomar, la piattaforma software di collegamento per i porti del Nord Adriatico, sviluppata dall’Autorità portuale e di grande ausilio per il “preclearing” che - conclude Zerbini - permetterà di avviare le pratiche per lo sdoganamento quando la nave è ancora in viaggio verso il porto e che sarà introdotto a breve.»
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